25 aprile, festa della Liberazione. Il deputato del PD Emanuele Fiano è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Geni di famiglia” condotta da Livia Venitimiglia su Radio Cusano Campus, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Ebreo”.

25 aprile

“Noi  -ha esordito Fiano- adulti spesso ci poniamo il problema di come trasmettere ai giovani i valori della resistenza, della lotta per la libertà di questo Paese contro la dittatura fascista e contro l’occupazione nazista. Un paragone con quello che sta accadendo in Ucraina c’è, i ragazzi possono capire guardando quelle scene cosa significhi il sacrificio di tanti ragazzi che scelsero di mettere in gioco la propria vita per il bene e il futuro del proprio Paese, sapevano a cosa andavano incontro eppure lo fecero e quel loro esempio di abnegazione e di coraggio di scegliere di stare dalla parte della libertà contro l’odio e la morte, è un esempio che rimane fino ad oggi e che ci fa valutare anche ciò che sta accadendo oggi”.

Guerra russo-ucraina

“La storia è molto complicata -ha affermato Fiano-, anche nella storia recente dell’Ucraina ci sono state delle contraddizioni, ma se andiamo a vedere nella storia di un Paese, oggi l’Ucraina è un Paese democratico che ha un presidente eletto. Parliamo di una nazione indipendente che ha svolto elezioni regolari e che viene aggredita da un altro Paese. Certo, la questione del Bonbass di certo è un episodio da valutare, ma questo non significa che non vediamo in questo momento chi è l’aggressore e chi è l’aggredito. Ci sono dei limiti che non possono essere travalicati”.

La posizione filo russa di alcuni politici italiani

“Il mondo è complesso -ha dichiarato Fiano-. Ci sono persone che non capiscono, magari ci sono anche persone che intrattengono rapporti con l’altra parte, oppure ci sono persone che non hanno studiato. Come si fa a non vedere che in Russia non c’è lo stesso livello di libertà che c’è da noi. Ho sentito leader della destra dire cose diverse oggi, c’è chi pensa che chi festeggia la festa del 25 aprile come la festa della liberazione contro il fascismo e il nazismo lo faccia festeggiando una festa di parte. No, non è una festa di parte. C’è un’unica parte nella democrazia, la parte che onora chi ce l’ha consegnata. Però siamo in democrazia e quindi si possono dire pareri contrari. Nella guerra in corso vediamo chiaramente la contrapposizione tra un Paese libero e un Paese non libero, di fronte a noi c’è una scena molto chiara e noi ci ricordiamo dei partigiani con grande orgoglio perché loro scelsero una parte”.