Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presenziato alla celebrazione del 77° anniversario del 25 aprile, deponendo la corona di alloro all’Altare della Patria. Successivamente si è recato ad Acerra, in provincia di Napoli, dove ha pronunciato il tradizionale discorso, partendo dagli eroi della città:

Il mio saluto a tutti gli acerrani, con l’assicurazione che la mia presenza è naturalmente legata all’importante occasione che ci riunisce ma è anche il segno della vicinanza alla città. Al suo territorio, alla qualità della vita in questo territorio, alle esigenze, ai problemi, alle questioni e ai profili di carattere sociale e ambientale. Onorando i tanti martiri di Acerra, desidero ricordare tutti i combattenti, tutte le vittime delle rappresaglie e gli uomini e le donne coraggiose che, in ogni parte d’Italia, perdettero la vita per opporsi alla barbarie scatenata dalla furia nazifascista“.

La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Sud, di insorgere contro l’ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e umana, contro la negazione stessa dei principi dell’umanità“.

Mattarella per il 25 aprile: “I valori della Resistenza mai così attuali”

“Oggi, in questa drammatica stagione europea, il valore della Resistenza all’aggressione, all’odio, alle stragi, supera i suoi stessi limiti temporali e geografici. Tra gli storici c’è concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità“.

Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate della Federazione Russa avevano invaso l’Ucraina. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe e dal rumore dei carri armati“.

Pensando agli ucraini mi sono venute in mente le parole: “Una mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di “Bella ciao”. Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei, per l’intera comunità internazionale”.