Donna uccisa davanti ai nipoti: marito 62enne si costituisce

Ancora una lite violenta, l’ennesima dell’ultimo periodo. Al culmine dello scontro verbale con la moglie, l’attacco fisico, con un coltello, probabilmente davanti ai nipotini presenti in casa. Un uomo di 62 anni, reo confesso, si è presentato ieri sera presso la Questura di Rimini e ha raccontato per filo e per segno ciò che aveva fatto.

La confessione

“Ho ucciso mia moglie se andate a casa trovate il suo corpo”. Sono da poco trascorse le 22 quando il marito femminicida si presenta davanti alle forze dell’ordine, per ammettere di aver accoltellato la donna con la quale aveva convissuto negli ultimi 40 anni.

Non ci è voluto molto per constatare che le parole dell’uomo corrispondevano alla verità dei fatti. L’appartamento residenziale indicato come il luogo del delitto si trova nella prima periferia della città e all’arrivo delle pattuglie c’è già la figlia dell’uomo, che aveva a sua volta allertato il 118. L’ingresso in casa conferma la ferocia della reazione del 62enne all’ennesimo litigio con la moglie, riversa a terra in un lago di sangue provocato dai ripetuti fendenti di coltello sferrati alla gola e all’addome.

Donna uccisa: la denuncia inutile

Dopo una vita intera trascorsa insieme, dunque, ha accoltellato la moglie in casa della figlia con i nipotini nella stanza a fianco. Ciò che oggi sembra tutto così drammaticamente assurdo, in realtà era stato preceduto da segnali inequivocabili. Non era la prima volta che la donna chiedeva aiuto alle forze dell’ordine per le reazioni violente del marito, che risulta paziente del servizio igiene mentale all’Ausl per un disturbo certificato da sindrome ansiosa bipolare.

Gli episodi negli ultimi mesi si sono ripetuti sempre più frequentemente e con un livello di gravità sempre crescente. Il 30 settembre la segnalazione ai carabinieri per un tentativo di strangolamento, derubricato a “mani al collo” in un eccesso d’ira. Le continue minacce sarebbero sfociate in un vero e proprio fascicolo aperto per maltrattamenti familiari con l’ultima denuncia datata 28 febbraio. Secondo gli inquirenti, la donna uccisa ieri sera aveva rifiutato il trasferimento in una casa protetta vivendo sullo stesso pianerottolo della figlia e quindi convinta di trovarsi al sicuro.