Vetralla “città incantata”. “Paese che vai” la trasmissione di Cusano Italia Tv (canale 264 DTT ore 10:00) che ogni sabato accende i riflettori sugli splendidi borghi del nostro Bel Paese, dedica questa puntata a Vetralla “città incantata”.
In tanti hanno contribuito alla buona riuscita della puntata, tra questi: Sergio Cesarini, direttore di Tesori di Etruria, il primo cittadino di Vetralla Sandrino Aquilani, l’Assessore alla cultura, Daniela Venanzi e con la partecipazione attiva di alcuni artisti e artigiani locali.
Una “visita televisiva” emozionante tra vicoli, piazze, monumenti storici, ma anche prelibatezze tipiche locali, con al centro Vetralla, la Città Incantata.
Vetralla “città incantata” le origini
Le origini di Vetralla si perdono nella storia. E’ certo che in origine, era un pagus villanoviano, come sembra attestare la presenza di tombe a fossa risalenti all’VIII secolo a.C. rinvenute a Cerracchio e Poggio Montano. Nel periodo etrusco Vetralla è probabilmente uno dei tanti piccoli insediamenti sparsi nella zona. Immersa nel verde della campagna viterbese, Vetralla si popola di boschi secolari. La città, posta vicino alla Via Cassia subì numerose invasioni e saccheggi, tra cui quelli avvenuta tra il 1110 e 1134 ad opera dei viterbesi. Per questo motivo in epoca medievale, venne realizzata un’imponente cinta muraria a protezione della città.
Al tempo dei Romani, l’insediamento venne pian piano abbandonato in favore del vicino Forum Cassii. Nei secoli VII – VIII, a seguito delle invasioni barbariche, anche questo centro si cominciò a spopolare. Nasce così quella che sarebbe diventata l’attuale Vetralla: un piccolo insediamento realizzato su di uno sperone roccioso che si affaccia sulla Valle di Sant’ Antonio.
Verso la prima metà del VIII secolo, Vetralla entrò a far parte del patrimonio di San Pietro.
Nei secoli successivi, Vetralla fu soggetta al dominio di diversi signori, tra cui gli Orsini, i Di Vico, gli Anguillara e i Farnese.
La grotta di Checco Lallo
La storia di Vetralla si intreccia da secoli con la produzione della terracotta. A Vetralla le botteghe – in realtà grotte scavate nel tufo – si concentravano su via dei Pilari, la strada che porta dal centro del paese alla contrada Mazzocchio. All’interno delle grotte si depurava l’argilla, la si modellava, la si cuoceva nei forni a legna. La materia prima era invece ricavata dalle cave del vicino Monte Panese. I produttori di terracotta erano designati come “cocciari”, ma anche “pignattari”, o ancora “pilari” – da cui prende appunto origine il nome della via delle botteghe. Tra le più note famiglie di artigiani della terracotta ricordiamo – oltre ai Ricci – anche i Paolocci, i Gambellini, i Pistella. La loro presenza è documentata a Vetralla per lo meno dalla metà del secolo XIX.
I produttori di terracotta continuavano ad essere numerosi a Vetralla fino alla metà del novecento. La tradizione vetrallese voleva che i diversi artigiani o le diverse botteghe fossero designate con altrettanti soprannomi. In particolare Checco Lallo è il soprannome che designa l’intera famiglia Ricci. Checco Lallo ci racconta di un mestiere fatto con passione.
Antiche tradizioni: i butteri
Il Buttero è un pastore a cavallo tipico della Maremma Toscana e Laziale, e più in generale un cavaliere abile nella “monta da lavoro”. Il termine deriva dal latino regionale “butoros” ovvero “pungolatore di Buoi”.
L’origine e l’essenza dei Butteri, si perde nella Toscana selvaggia e inospitale degli Etruschi ed è giunta ai giorni nostri tramandandosi generazione dopo generazione. Con l’avvento nei secoli del latifondo, la figura del Buttero divenne centrale e familiare in ogni borgo degno di questo nome.
Oggi i Butteri sono individui dediti, con la giusta dose di folklore misto a spettacolo, a far rivivere le antiche tradizioni.
Le dichiarazioni del primo cittadino: Sandrino Aquilani
Le dichiarazioni del sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani, ai microfoni di “Paese che vai” su Cusano Italia TV: “Vetralla città incantata un’iniziativa presa dall’Assessore alla Cultura e Turismo che ha voluto ridare colore e dinamismo e risvegliare una città dopo tanti periodi che purtroppo hanno limitato anche la nostra libertà personale e riportare entusiasmo nella nostra città. La Tuscia e il turismo sostenibile un binomio possibile, in questo periodo di riscoperta di alcuni valori che avevamo accantonato, io credo che la Tuscia sia ideale per il turismo e scoprire tanti angoli che sono rimasti inesplorati. Io credo che la Tuscia possa essere dichiarata una terra anti-stress. Nel futuro immagino una Vetralla da vivere, a misura d’uomo, dove ci si può relazionare, dove i servizi funzionano. Le cose che chiede il cittadino non sono molte, sono principalmente le cose che occorrono per la vita quotidiana. Io credo inoltre, che Vetralla già da oggi è una città sicura, è già una città vivibile ed ha capito quale direzione prendere”.
Gli articoli che parlano di “Paese che vai”:
https://www.lextra.news/sabato-a-paese-che-vai-vetralla-la-citta-incantata%EF%BF%BC/
https://www.tusciatimes.eu/a-paese-che-vai-vetralla-la-citta-incantata/
“Paese che Vai”, in onda dalle ore 10 alle 11.30 si può seguire anche in Streaming online/app.