Continua la raccolta di dati e informazioni sul coronavirus. L’ultima curiosità scientifica documenta l’infezione da SARS-CoV-2 Long Covid più duratura mai registrata. Un paziente immunodepresso inglese è risultato infatti positivo al Covid-19 per 505 giorni, poi deceduto nonostante le terapie.

L’analisi fa parte di un dossier presentato oggi a Lisbona in occasione del Congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive. A curare il file un team di esperti del King’s College London (uno degli atenei più antichi della città) e la Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust, un associazione che coopera con il ministero della salute londinese. Il riassunto del loro lavoro certifica la convinzione che le nuove varianti del Covid derivino da pazienti non ancora guariti.

9 casi di Long Covid seguiti dalla ricerca

Il paziente positivo per 505 giorni è la punta di un iceberg che attesta almeno altri otto casi analoghi di Long Covid. Tra gli elementi in comune troviamo patologie pregresse (Hiv, tumori) oppure trattamenti farmacologi in corso (per esempio con l’impiego di immunosoppressori). Una volta sequenziato il virus dei nove pazienti, si è scoperto che comparivano mutazioni riconducibili alle principali varianti del coronavirus, da Alfa a Omicron. 5 pazienti sono sopravvissuti, di questi due si sono negativizzati autonomamente, due tramite monoclonali e uno di loro risulta ancora attualmente positivo.

Lo studio raccoglie anche l’esperienza della prima “infezione occulta”, protagonista un cittadino giapponese. In breve, l’uomo risulta negativo all’esito di un tampone salvo poi ritornare positivo con una variante ormai non più circolante. Segnale che il virus si è ben nascosto nell’organismo sfuggendo al test molecolare.