In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Mattia Binotto ha parlato della lunga stagione di Formula 1 che attende la Ferrari, dopo un inizio certamente esaltante con Charles Leclerc in cima alla classifica piloti. Il team principal della rossa ha toccato diversi temi, tra passato, presente e futuro.

Formula 1, Binotto: “Analogie con periodo di Schumacher? Vedo parallelismi”

“A Imola c’è aria di casa, questa terra trasuda passione. Non so quante volte ci sono venuto per i test, la prima con Berger e Alesi. E dopo con Schumacher. Giocavamo a pallone, mettevamo dei coni come porte. Per Michael ancora prima di uno svago era un modo di fare squadra. Analogie con quel periodo? Vedo tanti parallelismi. Quella Ferrari non vinceva da tanto, aveva costruito le basi in un periodo lungo. Aveva assunto tanti giovani tecnici, fra i quali me. Anche noi abbiamo preso tanti ragazzi, aria fresca. Vedo fame, non soltanto la voglia di vincere singoli GP o un titolo. Molto di più. C’è la voglia di riportare la Ferrari a essere un modello per la Formula 1, per gli avversari. Rappresentare un modello, questo significa Essere Ferrari: alimentare il mito del Cavallino essendo un riferimento in ogni campo”.

Formula 1, Binotto: “Temo le Red Bull”

Quindi, Binotto ha provato a delineare il potenziale di Leclerc e Sainz, una coppia di piloti – secondo il team principal – di primo livello:

“Leclerc ha le spalle larghe, occupa tutta la pista. Se va in testa è dura superarlo: è un mago del corpo a corpo. Sainz studia, è un pilota veloce al quale piace analizzare i dati. Sa adattarsi e crescere, ha bisogno di più tempo. Ma poi arriva anche lui. Entrambi hanno il diritto di potersi esprimere al meglio. In questa fase non c’è bisogno di ordini: senza l’errore a Melbourne, Carlos sarebbe secondo nel Mondiale. E se lui vince toglie punti a Verstappen, il vero rivale”.

Poi, su chi teme di più tra Mercedes e Red Bull ha risposto così:

“Red Bull, ha una capacità di sviluppo superiore”.