Marina Berlusconi ha parlato sugli andamenti del gruppo Fininvest e Mondadori ed si è anche espressa sul difficile momento che stiamo vivendo a livello mondiale. L’imprenditrice ha parlato degli ottimi risultati ottenuti dalla Mondadori, che se non fosse per l’investimento in De Agostini scuola, avrebbero portato ad estinguere il debito di circa 360 milioni del 2013 e addirittura a generare un utile di 37 milioni. L’ultimo anno si è infatti concluso con un utile di 44 milioni.
Berlusconi ha poi proseguito sottolineando di come il ritorno ai libri, come core business, abbia portato a risultati positivi. Ovviamente l’azienda non ha tralasciato il digitale che continua ad essere molto importante per il gruppo. I libri rappresentano attualmente i nove decimi dei ricavi e sono artefici dei tre quarti dei ricavi. Un risultato positivissimo se pensiamo che nell’ormai lontano 2012 questi ultimi rappresentavano solo un quarto dei ricavi.
Anche il gruppo di Pier Silvio Berlusconi ha raddoppiato gli utili nel 2021 con un valore di 374 milioni. Il primo semestre del 2022 è infatti il settimo trimestre consecutivo che fa registrare una crescita positiva. Questo trend conferma la risposta ottima che la Mediaset ha dato dopo la pandemia.
Marina Berlusconi spiega l’impatto della guerra sul mercato dei libri
Il gruppo ha stime positive per l’anno in corso ma è ovvio che l’avvento della guerra preoccupi la dirigente. Marina ha infatti ammesso che al momento l’impatto della guerra è difficile da stimare ma ha anche sottolineato che già prima del suo scoppio c’erano stati aumenti delle materie prime.
Marina Berlusconi ha inoltre parlato dell’importanza del ruolo degli editori. Secondo l’imprenditrice, essere editori è come essere “la difesa immunitaria della democrazia”, mentre la cultura sarebbe “un’arma fondamentale contro movimenti autoritari e illiberali”.
Non sono mancate poi parole di Marina Berlusconi a difesa di suo padre Silvio. L’imprenditrice ha detto:
“Lui è stato il primo a denunciare i pericoli del neoimperialismo cinese e del loro possibile abbraccio con il governo di Mosca. Da anni mio padre è un fermo sostenitore dell’importanza di costituire una politica estera e un esercito comune a tutta l’Unione Europea”