Se da fruitori televisivi Netflix sembra in buona salute con tante nuove serie amate (come il caso della discussa “Inventing Anna“) e prodotti di qualità anche in Italia (come dimostra la docu-fiction di Cattelan), i numeri aziendali non sono per nulla floridi. Si registra un oggettivo calo degli abbonati e una consequenziale discesa del titolo in borsa. L’emorragia non è tanto dovuta all’eventuale mancato interesse da parte del pubblico sul prodotto ma dal sempre più comune mal costume di dividere l’account tra più nuclei familiari. Il crollo degli abbonamenti Netflix impone una soluzione immediata che passerà, inevitabilmente, dal sistemare questo corto circuito.
Le soluzioni sul crollo degli abbonamenti Netflix
Perché si parla sempre di più di un’ipotesi di una stretta sulla condivisione degli account di Netflix? Per via della comparsa di chiari segnali di crisi sul fronte degli abbonamenti e di brutti effetti a Wall Street, dove, in apertura, il titolo ha registrato una perdita del 30% con il tonfo che ha toccato anche il 40%, bruciando circa 58 miliardi di capitalizzazione. Come riporta la Bbc:
“Il colosso sarebbe intenzionato a limitare le perdite non permettendo più agli utenti di condividere il proprio account senza particolari limitazioni. Netflix ha chiuso il primo trimestre del 2022 con 200.000 abbonati in meno rispetto al quarto trimestre. La società è passata da 221,8 milioni di abbonati a 221,6 milioni. Inoltre, ha previsto di perdere altri due milioni di utenti nel trimestre in corso.”
Una strada percorribile è la possibilità di introdurre abbonamenti Netflix a un costo più basso ma con l’aggiunta di pubblicità al servizio. In passato i dirigenti della piattaforma si sono espressi negativamente su questa opzione ma, considerati i numeri recenti, ci si sta ragionando nuovamente.
Crollo degli abbonamenti Netflix, le dichiarazioni di Elon Musk
Una caduta così evidente dall’Olimpo delle Comunicazioni non è passata inosservata. Lo dimostrano le parole del magnate Elon Musk che ha commentato su Twitter le perdite di Netflix definendolo “inguardabile a causa del woke mind virus“, che è l’attenzione della piattaforma alle ingiustizie sociali e razziali. Nello specifico, un suo follower ha commentato il tweet dicendo che il «woke wind virus è la più grande minaccia per la civiltà» e Musk ha confermato con un laconico «sì». Molti utenti l’hanno invitato nei commenti ad acquistare Netflix.
Le cause del crollo degli abbonamenti Netflix
Il Guardian spiega il crollo abbonamentii Netflix con gli account in condivisione:
“È infatti molto diffuso tra gli utenti condividere password e nome utente Netflix con diverse persone. In questo modo più persone usufruiscono del servizio, ma solo una lo paga. Secondo i dati rilasciati da Netflix, gli abbonati sono quasi 222 milioni, ma a questi si aggiungono altri 100 milioni di utenti che utilizzano l’account senza pagare. Un terzo di questi sono degli Stati Uniti e del Canada. L’azienda ha però anche riconosciuto che la pratica della condivisone degli accessi ha in un primo momento aumentato il numero degli utenti.”
Che l’azienda abbia deciso di muoversi lo testimonia il test per il divieto di aggiungere account al di fuori di chi paga su Netflix già attivo in:
- Cile
- Costa Rica
- Perù
Chissà quando e se toccherà all’Italia.