L’acciaieria Azovstal è diventata il simbolo di Mariupol. L’esercito ucraino sta usando l’acciaieria come base per la resistenza, difendendo la città strenuamente dagli attacchi dell’esercito di Putin.
Nelle ultime ore però, sembra che Vladimir Putin abbia deciso di porre fine agli attacchi nonostante le posizioni precedenti, volendo salvare la vita delle truppe.

Putin ferma l’attacco all’acciaieria di Mariupol 

Il Presidente russo Vladimir Putin sembra aver annullato l’operazione per assaltare l’acciaieria Azovstal di Mariupol, centro della resistenza ucraina. Il leader russo avrebbe infatti individuato come necessità primaria quella di salvare la vita delle truppe, secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass.

Negli ultimi giorni Putin aveva rassicurato le forze ucraine, spiegando che per chi si fosse arreso ci sarebbe stata la garanzia per la propria vita. Alcuni esponenti dell’esercito ucraino però hanno lanciato un appello ai paesi occidentali, chiedendo un piano di estrazione per salvarli, spiegando come questi potrebbero essere i loro ultimi giorni, e le loro ultime ore.

Nonostante Putin consideri l’operazione nella città portuale un successo, l’acciaieria di Mariupol non ha ancora alzato bandiera bianca. L’obiettivo dell’esercito russo ora sembrerebbe essere quello di accerchiare l’acciaieria, in modo da bloccarla e impedire qualsiasi aiuto esterno.

Il dialogo tra Putin e il Ministro della Difesa Shoigu

Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass, il Presidente Vladimir Putin avrebbe ritenuto “inopportuno” l’assalto all’acciaieria Azovstal, chiedendo al Ministro della Difesa Sergej Shoigu di annullarlo.

Anche il tentativo di aprire un corridoio umanitario per permettere agli ucraini di uscire senza conseguenze dall’acciaieria sembrerebbe essere fallito. Il Ministro Shoigu avrebbe infatti spiegato così a Putin quanto accaduto:
“Negli ultimi due giorni abbiamo seguito i suoi ordini, e dichiarato una tregua tra le 14 e le 16. Tutte le ostilità sono cessate e sono stati aperti corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili che potevano essere presenti sul territorio di Azovstal. Nessuno è uscito da Azovstal. Altri civili, più di 100 persone, sono riusciti a partire”.