Importante incontro istituzionale tra il premier ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel a Kiev. Il leader europeo è giunto nella capitale mercoledì mattina, immortalando il suo arrivo con una foto nella metropolitana di Kiev e la didascalia “Nel cuore di un’Europa libera e democratica“.

Il vertice tra i due, accompagnato successivamente dalla visita dei premier di Spagna e Danimarca, rinforza la collaborazione tra Ue e Ucraina. Dai rifornimenti di armi alle sanzioni anti-Cremlino, l’appoggio e il sostegno sono totali.

Michel a Kiev: “La storia non dimenticherà”

Noi vogliamo la vittoria dell’Ucraina e faremo di tutto per sostenere Kiev. Saremo al fianco dell’Ucraina nel lungo processo di ricostruzione. Noi lottiamo per i valori fondanti dell’Ue e della democrazia. Sarà anche importante raccogliere le prove dei crimini commessi. A Borodyanka, come a Bucha e in tante altre città in Ucraina. La storia non dimenticherà i crimini di guerra commessi qui. Non ci può essere pace senza giustizia“.

Inoltre, entro la fine di giugno la Commissione pubblicherà il parere sulle risposte ucraine al questionario compilato da Kiev per la candidatura a Paese membro Ue. Putin non riuscirà a distruggere la sovranità dell’Ucraina e anche a dividere l’Ue. L’ho già detto: prima o poi colpiremo anche il petrolio e il gas russi. Abbiamo già deciso di voler fermare la nostra dipendenza dalla Russia e ci stiamo lavorando“.

Probabile dunque attendersi sanzioni ancor più mirate nel sesto pacchetto attualmente in fase di discussione al Consiglio Ue. Michel intanto ha portato in dote la proposta di un fondo fiduciario di solidarietà da 1,5 miliardi di euro, da raccogliere in una conferenza internazionale di donatori.

La replica di Zelensky: “Importante che abbia visto con i propri occhi”

Successivamente tocca al leader ucraino concludere l’intervento mostrando gratitudine per la vicinanza dell’Ue al suo popolo e al contempo spingendo per il pugno di ferro verso Mosca.

Apprezzo molto il personale supporto di Michel, è importante che abbia visto con i propri occhi. Io sono pronto al dialogo, lo sono stato per tre anni, lo sono ancora: ma Mosca non è pronta per un la pace. A Mariupol ci sono ancora 120mila persone. L’assedio si può fermare in due modi, con le armi o con la diplomazia. Ci serve l’equipaggiamento pesante che abbiamo chiesto ma non ancora ottenuto. Chiediamo inoltre all’Europa di includere l’embargo al petrolio russo nel sesto pacchetto di sanzioni, altrimenti sarà una misura vuota“.