Def 2022 divide e infiamma: “Inammissibili tagli scuola e sanità”
La Camera dei deputati ha approvato con 412 voti favorevoli e 55 contrari la risoluzione di maggioranza sul Def 2022. L’Assemblea ha accolto la relazione al Parlamento, all’interno della quale si aggiorna il piano di rientro del debito pubblico, con 407 sì, 22 no e 36 astenuti. Per questa specifica votazione, che necessitava della maggioranza assoluta, il gruppo Fratelli d’Italia aveva annunciato la propria astensione.
Cosa cambia per il Superbonus?
Il Dicastero dell’Economia ha comunicato che è in fase di stesura un decreto legge di prossima approvazione con 5-6 miliardi di euro sul piatto in nuovi aiuti. Per ciò che concerne il Superbonus, l’Esecutivo dovrà “prorogare il termine attualmente previsto” che vincola le villette unifamiliari a realizzare il 30% dei lavori entro giugno per usufruire del Superbonus. E’ tutto contenuto all’interno della risoluzione di maggioranza sul Def depositata alla Camera. Il testo precisa anche che “la percentuale del 30% dell’intervento complessivo” deve essere riferito “al complesso dei lavori e non ai singoli lavori oggetto dell’intervento“.
Def 2022 ignora guerra e pandemia
“Il Def appena illustrato in Aula è una vergogna, l’ennesima inflitta dall’esecutivo a un Paese vittima. Il documento non tiene conto di quello che è successo negli ultimi 2 mesi, né di eventuali nuove ondate della pandemia, con stime fatte che potrebbero essere errate. Dopo due anni di emergenza sanitaria, con un servizio sanitario nazionale in ginocchio, migliaia di vite distrutte, ingenti sacrifici e restrizioni richieste a tutta la popolazione e il Governo che fa? Ridimensiona la spesa sanitaria di un punto di PIL in 3 anni, parliamo di 3 miliardi in meno. Una follia! Ancora, siamo quart’ultimi in Europa per investimenti in istruzione e ricerca e come rimediamo? Con un progressivo disinvestimento: entro il 2025 il Pil destinato a scuola ed università si ridurrà di mezzo punto percentuale”. Lo dichiarano in Aula le deputate Yana Ehm e Doriana Sarli nel presentare la Risoluzione di ManifestA in risposta al DEF.
“Con la nostra Risoluzione rispondiamo al Governo chiedendo di tassare gli extra profitti, generati da una distorsione provocata da un sistema di oligopolio di distributori di prodotti energetici; di ipotizzare una misura straordinaria sulla tassazione delle grandi ricchezze, parliamo di patrimoni al di sopra del milione e 300mila euro; di sviluppare misure urgenti per fronteggiare i rincari dell’energia; di destinare il gettito fiscale prodotto a investimenti in sanità e istruzione; di eliminare il DDL concorrenza dall’elenco dei provvedimenti collegati alla Legge di Bilancio, che all’articolo 6, nei fatti, promuove la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali chiedendo agli enti locali che optano per l’auto produzione del servizio una motivazione anticipata e qualificata per “giustificare” il mancato ricorso della cessione del servizio al libero mercato. Ma soprattutto, chiediamo di non destinare alcuna risorsa alle spese militari ed al riarmo”, concludono.