La buona notizia degli arresti al Clan Moccia avvenuti questa mattina non cancella un dato allarmante riguardo la criminalità. Confcommercio ha presentato i risultati sul fenomeno dell’usura in occasione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”, i dati sono preoccupanti. 

Secondo quest’analisi sarebbero a rischio tra le 26 mila e le 44 mila imprese italiane. Questo numero sarebbe riconducibile tra il  9% e il 15 % delle imprese che si sono viste negare prestiti durante lo scorso anno. A soffrire di questo fenomeno criminale sono soprattutto le imprese delle grandi città e del sud Italia con una percentuale che in entrambi i casi si aggira attorno al 16%. Il numero inoltre è cresciuto all’incirca di 14 punti rispetto al 2019 e questo va a sottolineare l’impatto notevole che ha avuto la pandemia sia sotto l’aspetto economico che sotto quello sociale. Lo studio ha dunque certificato che l’usura è l’attività criminale più preoccupante tra gli imprenditori seguita, poi, da abusivismo (22%), racket (21%), furti (21%), atti di vandalismo (19%), aggressioni fisiche (18%), contraffazione (17%) e rapine (16,2%).

Ma chi aiuta gli imprenditori?

Circa un terzo delle imprese italiane viene aiutato dalle forze dell’ordine mentre la restante parte trova il supporto dello Stato e amministrazioni locali (21%), associazioni di categoria (16%) ed infine da associazioni anti usura. Il 19% si sente totalmente solo. Un dato, quest’ultimo, in miglioramento visto che nel 2020 si aggirava attorno al 29%.

Un ulteriore dato allarmante

Solo il 58% degli imprenditori si sono dichiarati pronti a denunciare mentre il 33,6% ha dichiarato che non saprebbe cosa fare in questo tipo di situazione e circa il 7% ha ammesso che non denuncerebbe perché lo ritiene inutile manifestando quindi una scarsa fiducia nella legalità. Quest’ultimo dato cresce fino al 9% per quanto riguarda le imprese del Sud.

Ma non solo al Sud; anche nelle piccole e medie città del resto d’Italia si registrano aumenti degli imprenditori che non sarebbe pronto a denunciare. Sangalli, presidente della Confcommercio, ha confermato che la pandemia e adesso la guerra sono dei fattori molto influenti per quanto riguarda l’aumento di queste attività criminali.