E’ una poesia tanto nota quanto modificata nel corso del tempo. Addirittura è stata attribuita ad autori diversi ma è ben conosciuta e spesso citata per descrivere i pericoli dell’indifferenza di fronte a evidenti soprusi. Recita così:
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Una poesia che ogni cittadino dovrebbe imparare a memoria
Martin Niemöller, l’autore della poesia, era un pastore luterano che scrisse questo testo per protestare contro l’inattività degli intellettuali tedeschi di fronte all’ascesa al potere dei nazisti. Il testo venne poi utilizzato negli anni Sessanta negli Stati Uniti a sostegno dei diritti civili e contro la guerra in Vietnam. E’ stata attribuita anche al drammaturgo tedesco Bertolt Brecht ma non risulta che lo stesso l’abbia recitata anche in una forma modificata.
Chiunque sia l’autore è una poesia sempre attuale che ogni cittadino dovrebbe imparare a memoria perchè l’apatia di molti quando vengono calpestati i diritti di minoranze che sono lontane dal nostro modo di pensare e agire rappresenta il primo passo verso la perdita della libertà per tutti.
Stefano Bisi