Nella mattinata odierna il ministro della Pubblica Amministrazione (Pa) Renato Brunetta ha tenuto un’audizione presso la commissione parlamentare. Al centro del dibattito c’è l’opzione di smart working per i dipendenti pubblici considerati “fragili” nell’esposizione al Covid-19. Una caduta di stile del governo in merito al Decreto Riaperture, in cui la proroga del telelavoro dedicato ai soggetti a rischio era stata esclusa al fotofinish.

Brunetta: “Massima flessibilità per i soggetti più fragili”

Una volta commesso e ammesso l’errore, tutti gli schieramenti politici hanno votato favorevolmente all’emendamento con cui si correggeva il tiro. Lo stesso ministro Brunetta ricostruisce i motivi che avevano portato alla temporanea esclusione dei soggetti fragili dalla possibilità di lavoro agile.

La Ragioneria generale dello Stato aveva chiesto 60 milioni di euro per approvare il provvedimento. Non c’erano i soldi e non c’è stata la proroga, tuttavia la copertura non serve perché la circolare che ho consente alle pubbliche amministrazioni di attribuire lo smart working senza costi“.

La circolare congiunta tra Brunetta e il ministro del lavoro Andrea Orlando, pubblicata a gennaio, permette alle Pa di allargare la finestra temporale su cui calcolare le ore di lavoro in presenza e da remoto. In tal modo sarà possibile sfruttare maggiormente lo smart working nella prima fase per poi invertire la tendenza quando la curva epidemica sarà più blanda.

Nel 2022 si prevedono 100mila assunzioni nelle Pa

Il ministro conclude poi la rassegna tracciando il bilancio riferito al 2021. Nell’anno appena concluso si nota una crescente digitalizzazioni che ha reso l’intera macchina più efficiente e rapida. In particolare, da maggio a dicembre sono state rese disponibili 45mila posizioni con oltre un milione di aspiranti candidati. La durata delle selezioni è calata a soli 100 giorni. Nel 2022 si prevedono oltre 100mila assunzioni a tempo indeterminato.