Indiscrezioni che arrivano dal New York Times dicono che a Wimbledon non saranno ammessi atleti russi e bielorussi. Il torneo, in programma dal  27 giugno al 10 luglio 2022, studia questa misura come ennesima sanzione all’invasione russa in Ucraina.

È il giornalista Christopher Clarey a scriverne sul giornale americano e, sempre secondo il giornalista, la decisione dovrebbe già essere stata presa, mancherebbe la comunicazione ufficiale che verrà data durante la conferenza stampa di apertura.

Sarebbe la sanzione più severa presa fino ad ora, visto che le federazioni hanno permesso agli atleti di gareggiare con bandiera neutra e senza inno.

Perché Wimbledon può prendere questa misura? Il torneo è organizzato dall’All England Club e sta al comitato organizzatore la scelta di escludere o meno i giocatori delle due nazioni senza nessuna conseguenza legale.

Non è una questione di federazioni quindi, anche perché uno dei vertici della WTA, Steve Simon, si era espresso su queste possibili sanzioni: Penso che gli atleti non debbano essere intaccati dalle decisioni di una leadership autoritaria che sta ovviamente facendo cose terribili. Ma se accadesse come parte della strategia per far pagare alla Russia e ai russi le decisioni del loro governo, questa è una cosa che non supporteremo”.

Tutti i russi fuori da Wimbledon

Se ufficiale come preannunciato le assenze sarebbe davvero pesanti: il numero 2 e vincitore dello scorso US Open Daniil Medvedev e il numero 8 del mondo Andrey Rublev.
Fuori anche Karen Kachanov (n°23 del mondo), Aslan Karatsev (n° 31 del mondo) e il bielorusso Ilya Ivashka (n° 42 del mondo).
Per quello che riguarda il tennis femminile invece non parteciperebbero le bielorusse Aryna Sabalenka e Victoria Azarenka, oltre alle russe Anastasia Pavlyuchenkova, Veronika Kudermetova, Daria Kasatkina e Ludmilla Samsonova.
Sorpresa ma non troppo.
C’era chi se l’aspettava, come la tennista ucraina Ol’ha Savčuk: “È solo una questione di tempo, non sono io che prendo le decisioni, ma penso che (i russi) dovrebbero essere bannati anche negli sport individuale. Non è possibile che ci siano ripercussioni sul 90% della popolazione russa e non sul restante 10%. Deve essere uguale per tutti, penso sia una colpa collettiva”.