All’interno di una settimana particolarmente densa di appuntamenti, una data da circoletto rosso è fissata per domani, mercoledì 20 aprile. Sarà infatti la giornata in cui la Cabina di Regia del governo dovrebbe riunirsi per discutere la linea pandemica da dettare nei mesi estivi: allentamento o fine delle restrizioni? Già dal primo aprile l’Italia è entrata ufficialmente in nuova fase di contrasto al Covid-19, ma dal primo maggio il quadro potrebbe ulteriormente mutare. Al centro del dibattito, in particolare, c’è la questione legata all’abolizione delle mascherine al chiuso. Le prime indiscrezioni sostengono favorevolmente questa tesi, ma non tutti sono d’accordo.
Massimo Galli, ex-direttore del reparto di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano, prende una posizione netta:
“Immaginare, con questa situazione epidemiologica, che toglierla possa essere un successo e un segno di normalità non mi pare sensato. La normalità ci sarà quando la pandemia si sarà spenta“.
Galli si appella a Draghi: “Chiediamo a lui se sia una scelta giusta”
L’appello di Massimo Galli ha un preciso destinatario, ossia Mario Draghi. Come sappiamo, infatti, il premier è risultato positivo al Covid-19 ed è attualmente in isolamento:
“Chiediamolo al presidente del Consiglio se è giusto togliere l’obbligo della mascherina al chiuso, visto che si è beccato il Covid. Il concetto è che il dispositivo di protezione è uno strumento individuale prezioso che, seppure non ci protegge al 100% dall’infezione, comunque ci protegge parecchio. Ora pensare di togliere questa misura mi sembra più che una battaglia di libertà, una scelta miope e populista“.
Parole che arrivano solo qualche giorno dopo la disapprovazione verso l’atteggiamento del Governo nel contrasto alla diffusione del virus:
“La memoria di chi ci governa è sovente molto corta, quella dei virus è lunghissima. Mi auguro che passi questo concetto di responsabilità per la tutela degli anziani e delle persone più fragili. Purtroppo queste varianti possono colpire anche i vaccinati. E non siamo tutti uguali di fronte alla vaccinazione. Per questo dobbiamo cercare di proteggere i più deboli, di non esporli a situazioni rischiose“.