Mariupol è uno dei fronti più caldi della guerra tra Russia e Ucraina: “Il 90% della città è distrutta. Il 60% sono i risultati dell’artiglieria del nemico, che ha distrutto le nostre vite. Il 40% delle abitazioni non potranno più essere ricostruite e purtroppo dobbiamo aggiungere anche il genocidio perpetrato dalla Federazione russa a Mariupol, dove più di 20mila persone sono state uccise”.
Ospite su Rai4 a Controcorrente il sindaco ha poi usato la parola genocidio dicendo che “oggi abbiamo diverse testimonianze dei crimini che la Federazione russa ha fatto sul territorio della nostra città”.
L’appello a Papa Francesco
“Voglio rivolgermi a Papa Francesco, affinché lui si ponga l’obiettivo, che coincide con il nostro, di salvare la nostra fede e i nostri cittadini, che chiedono alla comunità internazionale di ottenere la possibilità di lasciare questa città assediata e chiedo a tutti di unirsi a garantire la loro salvezza”.
Sulla propaganda russa sui fatti di Mariupol
“Abbiamo sentito molte cose che diffonde la propaganda russa per disorientare i cittadini di Mariupol. Oggi lavoriamo con l’amministrazione militare con un solo obiettivo: dare la possibilità ai nostri cittadini di essere liberati da questo assedio e da questa occupazione”.
Le parole del capitano Prokopenko, comandante del reggimento Azov
“In questo momento, a Mariupol, centinaia di civili si stanno rifugiando presso l’acciaieria ‘Azovstal’, centinaia di civili si stanno rifugiando. Tra loro ci sono persone di tutte le età, donne, bambini, famiglie di difensori di Mariupol, che hanno trovato qui l’unico rifugio disponibile accanto ai soldati ucraini, che stanno ancora difendendo la città dagli invasori russi. I russi utilizzano bombe aere e tutti i tipi di artiglieria, sia terrestre che navale, per attacchi indiscriminati”.
Il comandante ha poi concluso con un appello “ai politici di tutto il mondo civile, esortandoli a organizzare un vero e proprio ‘corridoio verde’, assicurarne la sicurezza e provvedere all’immediata evacuazione e protezione dei civili, dei soldati feriti e dei corpi dei soldati morti, per seppellirli con onore”.