Il lockdown a Shanghai si fa sempre più duro e i nostri connazionali non riescono a lasciare la megalopoli cinese. Situazione vissuta anche da Andrea Rumere, chef italiano che lavora da anni a Shanghai, e che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Lockdown Shanghai

Andrea non riesce a tornare in Italia e ha scritto al premier Draghi. “Ogni volta che c’è un positivo nel condominio il conteggio riparte da zero, non si può più andare avanti così -ha raccontato Andrea-. Siamo completamente abbandonati. Un giorno mi hanno svegliato buttando giù la porta alle 7 di mattina per portarmi a fare un tampone, tra l’altro dopo che la sera prima non avevo dormito. Purtroppo ho avuto una reazione abbastanza brutta e ho mandato un messaggio, neanche troppo pesante, dicendo di non svegliare più le persone così e ho detto che mi sentivo ostaggio. E allora è scoppiata la rivolta contro il palazzo nei miei confronti con insulti razzisti. Mi hanno detto che non mi dovevo azzardare perchè io sono straniero e non dovevo azzardarmi a parlare così. In questi palazzi dove c’è molta gente anziana, più attaccata ai modi del Paese è molto più difficile riuscire a sopravvivere”.

“Ho scritto una lettera al governo italiano chiedendo se qualcuno si stesse occupando di noi, io mi sento davvero abbandonato, non capisco perchè i Paesi europei non possano organizzare voli per farci rientrare. Il consolato ci ha detto che in quarantena nessuno può entrare, però mi sembra assurdo, ci devono dire che cosa fare. C’è anche gente che ha prenotato il volo di rientro per l’Italia in questi giorni ma non lo fanno uscire di casa. E’ tutto a discrezione del manager del compound. Dovrebbe essere il governo a prendere certe decisioni”.