La Svezia, da alcuni giorni, è infiammata da varie proteste sviluppatesi nelle città del Paese. Le motivazioni alla base di tutto ciò sarebbero da ricercare nelle proteste dei ‘No Islam’, guidati da Rasmus Paludan. Manifestazioni che hanno provocato scontri con la polizia a Malmö, Stoccolma e altre cittadine dello stato scandinavo.

Svezia, le motivazioni delle proteste

Il movimento di estrema destra, la scorsa notte, avrebbe bruciato una copia del Corano. Gesto che ha provocato numerosi disordini nella periferia di Malmo, con 16 poliziotti feriti e diversi veicoli della polizia dati alle fiamme o distrutti. Le proteste, oltre ad allarmare i vertici svedesi, però, hanno creato allerta anche nei Paesi di fede musulmana. Mossa che ha portato il ministero degli Esteri iracheno a convocare l’incaricato d’affari svedese a Baghdad, affermando che questo tipo di incidenti possono avere “gravi ripercussioni” nei rapporti tra gli svedesi e le comunità musulmane. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, ha invece protestato con il governo svedese affermando di ritenerlo “responsabile” della “deliberata reiterazione di atti contro l’Islam”. Mossa che “ha ferito i sentimenti dei musulmani in quel Paese e nel mondo”. Chiedendo “una reazione immediata, forte e chiara nei confronti dei colpevoli”.

Rasmus Paludan

Ma chi è Rasmus Paludan, l’uomo alla base di queste manifestazioni? Diventato famoso grazie ai suoi video anti islamici pubblicati su YouTube, nel 2017 ha fondato il partito ‘Stram Kurs’. Alle successive elezioni del 2019, però, il gruppo di Paludan non ha raggiunto il 2% necessario per entrare in Parlamento. Nonostante questo ha portato avanti la sua “missione”, avanzando anche due richiesti importanti, ossia la messa al bando dell’Islam e l’espulsione di tutti i “richiedenti asilo non occidentali”. Ma gli atti di questi giorni non sono nuovi per Rasmus, che già in passato aveva bruciato diverse copie del Corano come “tributo alla libertà di parola”.