Flavio Briatore si schiera a sostegno di Alessandro Borghese. Le dichiarazioni dello chef e conduttore televisivo rilasciate al Corriere della Sera hanno lasciato una scia che ha portato il topic in tendenza. Il tema di fondo riguarda il modo dei giovani di approcciarsi al mondo del lavoro, in particolare nel settore della ristorazione. Ecco alcuni passaggi salienti del figlio di Barbara Bouchet:
“I ragazzi? Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato e la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati”.
Briatore «segue» Borghese: «È vero, i giovani preferiscono il weekend libero al lavoro» https://t.co/CElDmChjbw
— Corriere della Sera (@Corriere) April 15, 2022
Flavio Briatore sui giovani: “Non assumo chi chiede il weekend libero”
Flavio Briatore sposa interamente la linea di Borghese, facendo leva sulla sua visione del problema riscontrata negli ultimi anni.
“Quello che dice lo chef Alessandro Borghese è la verità: molti ragazzi cercano lavoro ma non sono realmente interessati. Io lo vedo chiaramente: preferiscono il reddito di cittadinanza a un percorso di carriera, anche quando questo è ben retribuito. Stipendi adeguati e contratti a lungo termine non funzionano più come strumenti di garanzia.
Un mindset tipicamente italiano, l’imprenditore genovese esclude scenari simili in altri posti come Dubai. Un altro punto di forte critica ai giovani riguarda la gestione dei weekend come momento di svago con amici e famiglia.
“Io questi qui non li prendo nemmeno in considerazione, non li voglio proprio vedere. Chi aspira a lavorare nel settore della ristorazione, dovrebbe avere ben presente di non potere ambire al fine settimana libero. Il punto è che i ragazzi non hanno proprio la testa: si sono seduti, ambiscono a non lavorare, a prendere il reddito di cittadinanza. Ai miei tempi l’ambizione era diventare impiegato: adesso è prendere il sussidio”.
Al giorno d’oggi i ragazzi non sono più disposti a fare sacrifici, come poteva accadere alle generazioni precedenti:
“Io sono uno che paga bene e che paga tutti. Da me il contratto base parte da 1.800-2000 euro netti al mese. Anche lo stagista è pagato. Chiunque entri nel mio gruppo viene formato, fa dei corsi, viene retribuito e se sei bravo continui il tuo percorso di crescita, anche economica. Ma il problema è che i ragazzi hanno perso il valore del lavoro: io da giovane raccoglievo le mele per due soldi e lo facevo con passione. Adesso l’obiettivo è opposto, non lavorare”.