Si conclude con un nulla di fatto il processo sulle presunte plusvalenze fittizie. La sentenza di primo grado respinge le richieste della Procura Federale e proscioglie tutti gli imputati, ossia 11 società e 59 dirigenti. Tra questi spiccavano i presidenti di Juventus e Napoli, Andrea Agnelli e Aurelio De Laurentis, e i club liguri di Genoa e Sampdoria. Nella notifica presentata dal Tribunale Federale nazionale agli attori coinvolti è presente solo il proscioglimento, le motivazioni saranno pubblicate e rese note più avanti.
Processo sulle plusvalenze, decisiva la “falla” sulle valutazioni dei giocatori?
Pur senza conoscere le motivazioni che hanno portato al proscioglimento delle accuse nel processo sulle plusvalenze, è intuitivo e immediato presupporre che la tesi difensiva sul metodo di valutazione dei calciatori sia stata accolta. La Procura Federale aveva definito “distorti” e “gonfiati” i valori di 62 giocatori, per un totale di 120 milioni di euro di trasferimenti. Operazioni strategiche per le società con l’obiettivo primario di sistemare i conti.
La linea difensiva comune delle società coinvolte ha riguardato l’impossibilità di stabilire un criterio oggettivo di valutazione dei calciatori, essendoci un accordo tra privati. Parametri come il talento e le prospettive di crescita di un giovane calciatore non possono essere quantificati in maniera inequivocabile. Il Tribunale ha dunque rigettato i meccanismi di valutazione proposti dalla Procura Federale.
La Procura Federale (tramite la figura di Giuseppe Chinè) esce dunque con le ossa rotte, non solo per la sentenza sfavorevole ma per la gestione complessiva dell’affaire. A suo modo, la sentenza è comunque storica perché mette in mostra le lacune legislative del sistema e rappresenta un precedente di significativa importanza.
Grassani, avvocato del Napoli: “Il calciomercato è salvo”
L’unica voce ufficiale a commentare la sentenza del Tribunale sull’inchiesta delle plusvalenze è quella del Napoli, tramite l’avvocato Mattia Grassani:
“Il calciomercato è salvo e ciò significa che le società erano, sono e rimarranno libere di attribuire ai calciatori in trattativa le valutazioni di mercato ritenute più congrue. Per quanto concerne il Napoli e l’operazione Osimhen, già il deferimento ci era apparso una forzatura, ora abbiamo la conferma che l’operazione è stata assolutamente cristallina“.