Il ministro degli Esteri Luigi di Maio torna a parlare del conflitto tra Russia e Ucraina intervistato a Radio 24. Tra i punti salienti del suo intervento radiofonico il commento sulla parola “genocidio“, pronunciata da Biden ma rifiutata da altri leader tra cui Macron.
“L’Italia non ha gli elementi per verificare se in Ucraina stia avvenendo un genocidio, ma le atrocità sono sotto i nostri occhi, parlano i corpi dei bambini e dei civili uccisi a Bucha e Kramatorsk. Attraverso l’Ue forniremo tutte le prove in nostro possesso per accertare se ci siano stati crimini di guerra in Ucraina, e condannare tutti i responsabili“.
Gli italiani stanno mostrando una grandissima solidarietà e un grande cuore. Sono orgoglioso. Siamo stati capaci di accogliere 90.000 persone arrivate dall’Ucraina in Italia, di cui circa 35.000 sono minori e il resto sono principalmente donne.#storieitaliane
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) April 14, 2022
Di Maio “Bisogna far riprendere il dialogo tra Russia e Ucraina”
Tra i temi trattati dal capo della Farnesina, Di Maio cita la questione dei corridoi umanitari, del pagamento in rubli del gas russo e della necessità di far riprendere il dialogo tra Russia e Ucraina. Più prudente la posizione sul possibile ingresso della Nato di Finlandia e Svezia.
“Visto che Putin non sta dando segnali di pace è necessario mettere in sicurezza la popolazione civile. Bisogna costruire dei corridoi umanitari, più aumentano i colloqui, più aumentano i corridoi. Ma dobbiamo continuare anche con le sanzioni. Se i prodotti alimentari costano di più oggi in Italia è perché le navi ucraine non partono più con i rifornimenti dai loro porti“.
“Altri Paesi al confine con la Russia seguono con apprensione quello che succede in Ucraina, lo interpretano come una minaccia per se stessi. L’opinione pubblica finlandese ha cambiato posizione, ora ci sono i cittadini che chiedono in prima persona l’ingresso nella Nato. Al tempo stesso è bene ricordare che l’ipotesi di avvicinamento di Kiev alla Nato è una delle principali cause dell’invasione russa in Ucraina”.
“L’Unione europea non può sottostare al ricatto dei rubli. Grazie al supporto di Eni stiamo diversificando le nostre fonti, ci sono accordi tra Paesi e accordi che si fanno tra aziende. Sugli approvvigionamenti dobbiamo guardare non a domani ma all’inverno“.