A pochi giorni dalla Pasqua ebraica prosegue la tensione in Israele. Nelle prime ore della mattina, al termine della preghiera dell’alba, sono stati registrati nuovi scontri tra i manifestanti palestinesi e la Polizia nella capitale Gerusalemme. Le violenze sono avvenute nel sito sacro della Spianata delle Moschee, uno dei luoghi simbolo della religione ebraica. Le fonti locali aggiornano quotidianamente il bilancio dei tafferugli, sarebbero 150 i palestinesi feriti e tratti in soccorso in ospedali da campo allestiti dalle organizzazioni umanitarie. Quasi tutti non in condizioni particolarmente gravi, mentre tre agenti hanno riportato ferite significative.
Gerusalemme ultima tappa degli scontri in Israele
L’ondata di rabbia e violenza non si placa in Israele. Ennesima giornata di incidenti tra i fedeli islamici e la polizia di Gerusalemme a pochi passi dalla Spianata delle Moschee e dal Muro del Pianto. La manifestazione organizzata dai palestinesi nella Capitale arriva nel secondo venerdì del Ramadan. Tra gli strumenti di protesta compaiono sassi scagliati verso le forze dell’ordine insieme a fuochi d’artificio ad altezza uomo. Il tutto, campeggiato dall’esibizione delle bandiere di Hamas.
Successivamente i palestinesi si sono rintanati nella Moschea di Al-Aqsa per sottrarsi all’arresto, in quanto la Polizia tentava di preservare il sito da ogni possibile atto vandalico. Nonostante ciò le autorità palestinesi denunciano diversi fermi mentre le violenze continuano senza sosta. Nel frattempo le forze dell’ordine osservano anche gli altri quartieri della città per prevenire possibili escalation di violenza alla vigilia della Pesach, la Pasqua ebraica. A commentare l’accaduto è intervenuto il portavoce del presidente palestinese Abu Razen:
“L’assalto da parte della polizia di Israele alla Moschea Al-Aqsa è uno sviluppo pericoloso e una dichiarazione di guerra al popolo palestinese“.