Continua il tentativo di scalata di Elon Musk all’interno di Twitter. Dopo aver acquistato il 9% delle azioni, il magnate statunitense ha confermato di voler arrivare al 100% del famoso social network, preparando un’offerta di ben 41 miliardi di dollari.

Gli azionisti di Twitter contro Elon Musk

Non mancano però le polemiche portate avanti da altri azionisti di Twitter, che hanno citato in giudizio Elon Musk per un ritardo nella comunicazione dell’acquisto del 9% del social network. Secondo le leggi federali infatti, gli investitori devono informare la Securities and Exchange Commission, che vigila sulla Borsa, entro 10 giorni se si assumono quote superiori al 5% di una società.

Il CEO di Tesla e SpaceX avrebbe raggiunto questo obiettivo il 14 marzo, ma ha informato la Securities and Exchange Commission solo il 4 aprile, ben oltre i 10 giorni richiesti. Questo ritardo però, secondo il Washington Post, avrebbe fatto guadagnare a Musk ben 156 milioni di dollari.

Inoltre, il CDA di Twitter ha etichettato l’offerta di Musk come “indesiderata”, ma che il board sta valutando il tutto tramite un “processo rigoroso”.

Le parole di Elon Musk

Sull’acquisizione di Twitter, Elon Musk ha riferito che:

“Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo, cosa che credo sia un imperativo sociale per una democrazia che funzioni. Tuttavia da quando ho fatto l’investimento mi sono reso conto che l’azienda non prospererà né servirà questo obiettivo sociale nella sua forma attuale. Twitter deve quindi essere trasformata in azienda privata”

L’ultimo Tweet di Musk

“Devono scegliere azionisti o board? Privatizzare Twitter a 54,20 dollari ad azioni dovrebbe essere una decisione degli azionisti, non del consiglio di amministrazione. Sì o no?”

Questo è il sondaggio effettuato da Elon Musk sul suo account Twitter. Secondo il suo pensiero infatti, la sua sarebbe la migliore offerta possibile, per avere l’intero controllo di Twitter. Nel caso l’offerta non venisse accettata, Musk non entrerebbe comunque nel board, poiché a nessun consigliere è permesso di controllare più del 15%.