Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il tasso di mortalità causato dal Covid 19 in Italia sarebbe del 10% più alto rispetto al resto d’Europa. Una statistica che preoccupa per quello che è stato definito un “eccesso di mortalità” rispetto agli anni pre pandemici. L’indagine, fatta in collaborazione dall’Istat e dall’Istituto Superiore di Sanità, si ferma al febbraio 2022, ma è utile per avere uno spaccato reale su quello che è successo.
Mortalità Covid Italia: l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità
Graziano Onder, il geriatra dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato che sono ben nove certificati su dieci a confermare la morte diretta per via del virus, mentre solo un paziente decede per altre cause, nella maggior parte dei casi per malattie del sistema circolatorio e i tumori.
Sempre secondo le parole di Onder, è possibile che l’Italia abbia una sovrastima, rispetto al resto d’Europa, del 10%.
Secondo i dati forniti dalle Regioni, nelle 161.336 vittime da marzo 2020, sono circa 16.000 i decessi avvenuti con il Covid, e non direttamente per il Covid. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto come metodo unico quello di calcolare l’eccesso di mortalità rispetto ai cinque anni precedenti alla pandemia.
“Questo restituisce una fotografia più attendibile dell’impatto del Covid sulla mortalità perché ogni Paese li ha calcolati come ha creduto. Ad esempio il Regno Unito ha escluso dal conteggio dei morti per Covid 19 tutte quelle avvenute dopo 28 giorni dal contagio. Noi invece abbiamo deciso di comprendere tutti”.
Dall’inizio della campagna vaccinale, a settembre 2021, le morti causa Covid sono state 32.000. Facendo una classifica europea, l’Italia sarebbe al dodicesimo posto per morti da Covid 19, nonostante quasi l’80% della popolazione abbia almeno una dose di vaccino.
Le cause della mortalità Covid in Italia
Secondo alcuni studi, potrebbero entrare in gioco elementi culturali. La socialità in un paese come l’Italia, ma anche la Spagna, è diversa rispetto a quella dei paesi nordici, dove il Covid ha infatti avuto un impatto minore.
Non si può non tenere conto anche del numero dei posti disponibili in terapia intensiva, dove l’Italia ha faticato nel corso di questi anni a trovare tutti i posti necessari.