Riforma reclutamento docenti: la storia di Cecilia, tra “color che son sospesi”
La riforma del reclutamento docenti crea dissapori e malcontento a poche ore dalla sua divulgazione ufficiale. Gli aspiranti docenti si dicono sconcertati dalle modifiche del Ministero, che avrebbe reso ancor più tortuoso il percorso di ingresso nel mondo della scuola, anziché snellirlo e velocizzarlo. Dal fronte sindacale non si levano voci entusiaste. Tutte le sigle bocciano le intenzioni del Ministro Bianchi con il presidente di Anief, Marcello Pacifico, che rincara la dose: “Insegnare a scuola deve essere una vocazione, non un martirio”
Riforma reclutamento: la laurea come requisito d’accesso
La riforma del reclutamento voluta dal Ministero si basa sulla possibilità di introdurre una fase transitoria sul precariato, allungando la fase di accesso. Sino ad oggi si operava in maniera opposta, d’ora in poi il requisito imprescindibile sarà una laurea a ciclo unico più un anno con accesso a numero programmato. Questo il parere di Marcello Pacifico: “Anziché complicare e rallentare le procedure bisognerebbe snellirle, al fine di semplificare e valorizzare il mestiere della docente, non svilirlo. La verità è che va riconosciuto il merito di chi supera i concorsi, anche come idoneo, come pure va presa in considerazione, ai fini dell’assunzione in ruolo, l’esperienza di chi lavora da anni come precario”.
Assunzioni da Gps
In questo senso diventa centrale l’assunzione da Gps, le graduatorie provinciali per le supplenze, ma anche stavolta i precari tremano, perché si vocifera dell’intenzione di aprire le graduatorie molto prima del solito (Maggio anziché Luglio), al fine di garantire la presenza dei docenti in cattedra a settembre ma con la drammatica conseguenza di gettare migliaia di precari nel baratro di un’attesa lunga ancora due anni.
La storia di Cecilia
Cecilia conseguirà la sua seconda laurea magistrale a luglio, da 10 anni si trova in graduatoria e non riesce ad ottenere nemmeno supplenze mensili. Se le graduatorie dovessero aprire a Maggio, le sarebbe preclusa la possibilità di accedervi, per altri due anni:
“Viviamo in un tempo in cui il nostro mondo è immerso in tragedie di vario genere ma qui ogni categoria professionale vive delle situazioni ingiuste ed imbarazzanti. Ovviamente sto parlando degli insegnanti. Alla vigilia delle aperture prossime delle GPS scopriamo che i laureandi di luglio saranno fuori da tutto. Non so più a che santo rivolgermi e siamo una categoria che nessuno ascolta”.
“La cosa che desta più scalpore – continua Cecilia – è scoprire che probabilmente saranno ammessi con riserva a luglio solo i laureandi in scienze della formazione primaria e tutti gli altri no, questo è veramente imbarazzante. Qui c’è gente che ha 40/45 anni, figli ed ha fatto sacrifici per studiare e terminare entro l’estate sapendo che come in genere è sempre stato le GPS sarebbero state riaperte tra luglio ed agosto ed invece?”
“Invece le riapriranno ORA e per una manciata di giorni faranno fuori una enorme categoria di studenti per altri due anni dalla scuola dando la possibilità di inserirsi con riserva solo ad alcune categorie. Se avessimo saputo che il nostro governo prende in considerazione lauree di serie A e di serie B ci saremmo mossi diversamente ai tempi nella scelta degli studi da fare. Se si dovesse aprire la “riserva” a luglio vogliamo accedere tutti o tutti o nessuno”.
Clicca per ascoltare l’intervista integrale a Cecilia intervenuta ad Open Day