Il Covid-19, l’aumento delle bollette di luce e gas, il crescere dei costi delle materie prime hanno avuto un impatto non indifferente nel carrello della spesa degli italiani. Le ripercussioni sui consumi, hanno determinato nuove priorità, nuove modalità di acquisto e un cambiamento anche nei beni acquistati.

Oggi gli italiani tendono a spendere meno, a risparmiare di più e utilizzano di più gli acquisti via internet. La crescita dell’e-commerce è un esempio di un trend amplificato dall’epidemia sanitaria, ma destinato a permanere nel futuro. Molti consumatori coesisteranno modalità di acquisto e di consumo diverse, ma prediligeranno la spesa più comoda. Anche il mercato della contraffazione ha risentito degli effetti della pandemia, accelerando processi che già erano in essere.

Contraffazione 2022. La parola chiave diventa diversificare

Secondo il Rapporto sulle politiche anticontraffazione 2020-2021 del MISE la pandemia ha stravolto il modo di vendere merci contraffatte. Rallentamento dei collegamenti internazionali, limitazione della circolazione e maggiori controlli sulle strade hanno determinato una difficoltà nello spostamento di grandi carichi e l’impossibilità di vendita su strada delle merci false. Di fronte ad uno scenario così mutato, i contraffattori si sono in poco tempo adeguati alle nuove regole e hanno saputo diversificare la logistica.

L’offerta spostata sul mercato online, ha risposto ad una domanda sempre più crescente di prodotti come dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, farmaci e persino test diagnostici.

Dati a confronto: dal 2019 al 2021

Nel 2019 la GDF ed Agenzia delle Dogane hanno effettuato 12.423 sequestri per contraffazione sull’intero territorio nazionale, per un totale di 27.331.086 articoli sequestrati. Dal 2008 a oggi i sequestri si sono ridotti del 31.1% e i pezzi sequestrati sono diminuiti del 35%.

Al primo posto per numero di pezzi falsi sequestrati nel 2019 si trovano i 6.162.468 accessori di abbigliamento, che rappresentano il 22.5% del totale dei pezzi; seguono i giocattoli (5.925.503 pezzi sequestrati, il 21.7% del totale), le apparecchiature elettriche (4.462.406, il 16.3%), l’abbigliamento (3.877.356, il 14.2%), le “altre merci” (3.622.552, il 13.3%) e le calzature.

Dal 2008 a oggi gli accessori di abbigliamento si sono ridotti del 25,4% (ma sono cresciuti del 94,9% negli ultimi quattro anni), i giocattoli sono aumentati del 295,2%; le apparecchiature elettriche del 173,9%, mentre abbigliamento, altre merci e calzature sono diminuiti.

Da dove provengono le merci contraffate

La maggior parte dei sequestri riguarda merce che proviene dall’Estremo Oriente, e in particolare dalla Cina. Tuttavia, tra i luoghi di provenienza dei prodotti illeciti compaiono anche Paesi del Mediterraneo: Turchia, Grecia, e Siria prima di tutti.

La provenienza delle merci riflette però anche gli effetti della delocalizzazione di una parte della produzione delle imprese italiane del lusso. Esse infatti, in Paesi come la Turchia, hanno favorito lo sviluppo di industrie locali del falso made in Italy. Le aziende riproducono i prodotti sia per soddisfare la domanda interna sia per rispondere alla domanda espressa dai consumatori di tutto il mondo, compresi gli italiani. In particolare, in Turchia si è sviluppata un’industria locale dei prodotti ed accessori di abbigliamento, dei prodotti in pelle e delle calzature.