La Francia sta vivendo un momento molto delicato, seguito da tutta Europa, per via delle elezioni nelle quali i cittadini dovranno votare per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica francese.
Il Presidente in carica Emmanuel Macron, mentre attende il ballottaggio decisivo con la sua rivale Marine Le Pen, ha parlato all’emittente televisiva France 2.

Il Presidente francese ha detto la sua riguardo le parole del Presidente Statunitense Joe Biden, che ha descritto l’invasione russa in Ucraina come un vero e proprio genocidio. Parole molto pesanti che non potevano che destare scalpore e far discutere i maggiori leader mondiali.

Le parole di Macron

“È accertato che siano stati commessi orribili crimini di guerra, da parte dell’esercito russo in Ucraina. Non dobbiamo però alimentare le fiamme, si deve spingere per trovare in fretta i responsabili e agire secondo giustizia, in maniera democratica. La parola genocidio ha un significato ben preciso, non va usata a cuor leggero. Il popolo ucraino e quello russo son fratelli, quello che sta accadendo è una vera follia. È una situazione inaccettabile, ma allo stesso tempo osservo i fatti e voglio cercare, per quanto mi sarà possibile, di continuare il mio lavoro per fermare questa guerra. Non sono sicuro che in questo momento un’escalation delle parole serva alla causa”. 

Queste le parole di Emmanuel Macron, che ha fermamente condannato le azioni dell’esercito russo guidato da Vladimir Putin e che dal 24 febbraio ha invaso l’Ucraina. Allo stesso tempo però il Presidente francese ha cercato di raffreddare i toni. L’obiettivo è cercare di non peggiorare ulteriormente i trattati di pace che con fatica si stanno portando avanti tra i due paesi.

Genocidio Ucraina, la posizione della Cina

Anche il Ministero degli esteri Cinese, che non ha mai condannato l’invasione russa in Ucraina, ha preso posizione sul tema, secondo quanto riportato dal Globali Times.

“La comunità internazionale dovrebbe cercare di calmare la situazione, non alimentare le fiamme. Dovrebbe spingere per una soluzione diplomatica, senza esacerbare le tensioni”.