Siamo alle solite. Difficile conciliare le esigenze della conservazione dell’ambiente con quelle dello sviluppo economico e, in questo caso, più complicato ancora perchè si deve tutelare la sicurezza nazionale senza deturpare un parco naturale. Succede a Coltano, in Toscana, dove il governo ha ipotizzato la nascita a di una nuova base militare.
Nato nel 1979, il parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli è un’area protetta di interesse regionale che da Pisa raggiunge la Versilia. Il quotidiano La Nazione fornisce una descrizione dettagliata di questa zona. Fortemente antropizzato, il parco naturale si estende sulla costa delle province di Pisa e Lucca, tutela di più di 23 mila ettari di superficie che comprendono anche il lago di Massaciuccoli caro a Giacomo Puccini. Oltre all’ex tenuta presidenziale di San Rossore, a Pisa, c’è anche quella di Coltano, dove ha sede l’ex centro radar americano che l’Arma dei carabinieri vuole trasformare in una base militare dei carabinieri dell’antiterrorismo, del primo reggimento dei carabinieri paracadutisti Tuscania e del quartier generale dei carabinieri cinofili. Nei confini del parco si trova da anni, a Marina di Pisa, la Base Addestramento Incursori dell’esercito italiano. La tenuta di Coltano è per lo più a vocazione agricola e ne fa parte anche l’ex stazione radio dalla quale nel 1931 Guglielmo Marconi fece partire segnale che permise di illuminare la statua del Cristo redentore a Rio de Janeiro.
Il sindaco Conti: “Il governo doveva informarci e condividere il progetto”
Per quest’area di grande pregio ambientale il governo Draghi ha fatto un decreto che ha sollevato polemiche perchè, dice il sindaco di Pisa Michele Conti, “non ne conosciamo il contenuto se non attraverso quanto letto suoi giornali” e aggiunge: “E’ una vicenda che lascia perplessi per le modalità in cui si è sviluppata e che mortifica le istituzioni locali e l’intera città: la pianificazione urbanistica è una cosa seria e, a maggior ragione per interventi che prevedono consumo di suolo e un significativo impatto ambientale, i territori e le comunità vanno coinvolti preventivamente”.
Il dibattito è appena cominciato e siamo di fronte al solito dilemma: come contemperare la salvaguardia dell’ambiente con lo sviluppo e, in questo caso, con le esigenze di sicurezza nazionale?
Stefano Bisi