Il 15 aprile sarà Venerdì Santo e, come di consueto, al Colosseo si celebrerà la Via Crucis presieduta da papa Francesco: nel programma iniziale della celebrazione era previsto che la croce fosse portata da una famiglia ucraina e una russa, ma l’ambasciata di Kiev ha contestato pubblicamente la scelta della Santa Sede.
Ambasciata ucraina: “Stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione”
È l’ambasciatore Andrii Yurash, tramite un tweet, a contestare la scelta della Santa Sede di far portare la croce della Via Crucis a una famiglia ucraina e una russa:
“L’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo. Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze”
Una prima risposta al disappunto dell’Ambasciata ucraina è arrivata da padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica:
“Papa Francesco è un pastore, annunzia il Vangelo. Non è una parte politica. Da qui la decisione anche sulla Via Crucis. Qualcuno che dia un segno profetico in questo momento ci vuole”
La tredicesima stazione, l’incontro tra le due famiglie
La decisione di far portare la croce a una famiglia russa e una ucraina era stata annunciata nella giornata di ieri durante la conferenza stampa di presentazione. L’incontro dovrà avvenire durante la tredicesima stazione della Via Crucis, quella in cui il corpo di Cristo viene deposto dalla croce e riconsegnato a Maria.
Un momento cruciale di tutta la celebrazione, visto che questa è la stazione in cui Gesù grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e la riflessione scritta sul libretto della celebrazione sarà incentrata sulla guerra e sulla morte.
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