Il 48°esimo giorno di guerra in Ucraina si apre con il canonico videomessaggio del Presidente Volodymyr Zelensky. Il contenuto del discorso pubblicato nella notte si articola su più fronti, ma ritorna una chiara ed esplicita richiesta di armi contro l’invasione russa. Il potenziamento dell’arsenale militare di Kiev permetterebbe di respingere più facilmente le truppe russe nel sud-est del Paese, in particolare nella regione del Donbass.

Zelensky agli alleati: “Con più armi possiamo farcela”

Di seguito alcuni estratti del videomessaggio di Volodymyr Zelensky alla nazione:

Le forze ucraine potrebbero porre fine all’assedio russo di Mariupol se fossero rifornite di armi pesanti. Per quanto riguarda le armi necessarie, dipendiamo sempre dalla fornitura, dai nostri partner. Sfortunatamente, non stiamo ottenendo quanto necessario per porre fine prima a questa guerra. Per distruggere completamente il nemico sulla nostra terra. E per portare a termine quei compiti che sono ovvi per ciascuno di noi, in particolare lo sblocco di Mariupol“.

Se avessimo caccia e veicoli blindati pesanti a sufficienza e l’artiglieria necessaria, ce la potremmo fare. Sono sicuro che avremo quasi tutto quello che ci serve. Ma non si perde solo tempo, si perdono anche le vite degli ucraini, vite che non torneranno più indietro. C’è anche la responsabilità condivisa di tenere le armi di cui l’Ucraina ha bisogno negli arsenali. Una responsabilità che resterà per sempre nella storia“.

A Mariupol almeno 10mila vittime civili

Le dichiarazioni di Zelensky sulla richiesta di più armi arrivano in risposta al comunicato del portavoce delle milizie filorusse nel Donbass, Eduard Basurin. Quest’ultimo ha spiegato che il prossimo passo dell’Esercito per la presa definitiva di Mariupol sarà quello di utilizzare delle truppe abilitate all’uso di armi chimiche, da spargere con i droni sulla popolazione civile.

Dura condanna contro la Russia anche dal sindaco di Mariupol Vadym Boychenko:

Oltre 10mila civili sono morti nella città portuale ucraina di Mariupol e il bilancio delle vittime potrebbe arrivare a superare i 20mila“. La città nel distretto di Donetsk è ormai al collasso dopo le continue pressioni e si fatica ancora a creare corridoi umanitari sicuri.