Sospeso il processo a carico dei quattro agenti segreti egiziani che sono accusati di aver sequestrato, torturato e infine ucciso Giulio Regeni.
Questa la decisione del GUP dopo le comunicazioni del Ministero della Giustizia e dei ROS.
L’Egitto rifiuta di collaborare con l’Italia con motivazioni pretestuose da parte della Procura del Cairo.
“È l’ennesima presa in giro”
L’ennesima presa in giro, così l’avvocato della famiglia Regeni Alessandra Ballerini, dopo il rinvio a giudizio spostato ad ottobre. “Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane e siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di al Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto. Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, l’elezione di domicilio dei 4 imputati dal presidente al Sisi e ci consenta lo svolgimento del processo per ottenere giustizia riguardo il sequestro le torture e non l’omicidio di Giulio”.
“Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia”
Il legale della famiglia ha così concluso: “La lesione della tutela della vita, della libertà e dell’integrità dei cittadini all’estero, come la Presidenza del Consiglio ricorda nel suo atto di costituzione di parte civile, costituisce grave pregiudizio dell’immagine e del prestigio dello Stato Italiano nella sua funzione di protezione dei propri cittadini. Quindi visto il conclamato ostruzionismo, egiziano pretendiamo da parte del nostro governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione.
Stare inermi ora, permettere al regime di al Sisi di bloccare questo processo faticosamente istruito, consentirebbe l’impunità degli assassini di Giulio ed equivarrebbe ad essere loro complici. Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia. Il governo alzi la voce e la faccia sentire, pretendendo l’elezione di domicilio di questi 4 imputati. Sappiamo chi sono e dove lavorano, bisogna permettere a questo processo di andare avanti. Oggi è stata un’ennesima presa in giro per tutti noi per tutti voi, per tutti noi. Nessuno di noi è più al sicuro all’estero”.