Referendum 2022, la data fissata per il ritorno al voto è il 12 giugno. Oltre alla votazione per le amministrative, in cui verrà rinnovata la fiducia di sindaci e consigli in 970 comuni, tra cui 21 capoluoghi di provincia e quattro capoluoghi di regione, la notizia che attira maggior attenzione e proprio quella riguardante i referendum sulla giustizia. I plebisciti, promossi dalla Lega e dai Radicali, sono cinque.

Referendum 2022, tra incertezze e poca comunicazione

Per cosa saremo chiamati a decidere? Come detto i punti saranno cinque. Il primo chiede di abrogare la legge Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva. Un altro chiede di abolire la raccolta delle firme per presentare la candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura. Il terzo chiederà di ridurre i reati per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere, e un quarto che chiede la separazione delle carriere dei magistrati: l’idea è obbligarli a scegliere all’inizio della loro carriera se percorrere la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Il quinto, invece, vuole introdurre la possibilità che negli organi che hanno il compito di valutare l’operato dei magistrati possano votare anche i membri non togati, ossia gli avvocati.

Lo spettro astensionismo

Quello che, però, lascia un po’ spiazzati, in particolare coloro che hanno proposto il referendum stesso, è la poca pubblicità a riguardo. La paura di un astensionismo dilagante è tanta, così come il rischio di un trionfo astensionista. A mettere in ombra il tutto ci avevano pensato vari fattori, uno su tutti la guerra di Putin all’Ucraina. E con soli otto milioni di cittadini chiamati alle urne per le amministrative, la possibilità di un nulla di fatto rimane più che un semplice pensiero.