La Direzione investigativa antimafia (Dia) ha sequestrato a Calcedonio Di Giovanni beni pari alla somma di 100 milioni di euro. Di Giovanni, 82enne imprenditore di Monreale (Palermo), possedeva vari interessi economici nel territorio trapanese. Tra le proprietà confiscate figurano appartamenti, terreni, conti correnti bancari ed aziende. Non solo ma anche alcune società aventi sede a San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie legate al commercio internazionale. In cima alla lista dei beni sottratti spicca il complesso turistico alberghiero di Kartibubbo, a Torretta Granitola. Nel resort Di Giovanni avrebbe ospitato diversi boss mafiosi del calibro del capo mandamento di Mazara del Vallo.
Nelle immagini si vede la Dia entrare nel complesso turistico di #Kartibubbo a Torretta Granitola, al centro della confisca di danni di Calcedonio Di Giovanni. Ecco la storia dell’imprenditorehttps://t.co/l3i2rn2L8T
— Gds.it (@GDS_it) April 11, 2022
La Cassazione annulla la richiesta di prevenzione
Il provvedimento a carico dell’imprenditore siciliano matura dopo che la prima sezione della corte di Cassazione ha emanato una sentenza di rigetto avanzata da Di Giovanni, ponendo fine al procedimento di prevenzione avviato dalla Dia nel 2014.
“L’imprenditore palermitano, secondo ricorrenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, era portatore di interessi delle cosche mafiose siciliane attraverso meccanismi fraudolenti. Mediante essi aveva accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti individui vicini a un noto latitante mafioso“.
La Dia fa il punto su Cosa Nostra
La procedura arriva solo qualche giorno dopo il report redatto dalla Direzione Investigativa Antimafia sulla criminalità organizzata nella città di Palermo.
“Le inchieste giudiziarie se da un lato confermano come la struttura di Cosa nostra sia rimasta perlopiù immutata nel tempo sotto l’aspetto dei ruoli e delle articolazioni territoriali, dall’altro evidenziano l’assenza di un’egemonia indiscussa di una sola famiglia o da un solo gruppo criminale. Cosa nostra potrebbe, nel tempo, rimodularsi secondo una struttura non più verticistica ma tendere ad un processo più orizzontale caratterizzato dal riassetto degli equilibri tra le famiglie dei diversi mandamenti in assenza di una struttura di raccordo di comando al vertice“.