Nella giornata di sabato 9 aprile l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, diretto da Maria Teresa Fiorillo, ha isolato per la prima volta in Italia la variante Xj del Covid. Una sotto-mutazione di Omicron che è considerata equivalente alla “variante Xe” comparsa in Gran Bretagna. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, ospite della trasmissione Rotocalco 264 su Cusano Italia TV, “è ancora troppo presto per dare un quadro preciso” su queste due nuove mutazioni del Sars-Cov2.
Nuova variante Covid, Pregliasco: “La pandemia non è finita”
“Ma per dare un quadro generale, continua Pregliasco, diciamo che questo virus e anche degli altri coronavirus che fanno parte del corollario di virus influenzali di ogni inverno. Non sono molto stabili e l’instabilità è legata a due modalità. La possibilità molto più frequente rispetto ad altri virus di avere delle variazioni nella sequenza genomica per errori di replicazione”. E l’essere “più disattento rispetto agli altri che sono più precisi nel riprodursi.
Questo virus “sbaglia” però in questo suo difetto in realtà ottiene dei risultati. Molti non servono a niente anzi sono peggiori dell’originale altre invece, lo abbiamo visto, la Alfa, la Beta, la Gamma, la delta e anche l’Omicron 1 e 2 sono così. Xe e Xj sono invece altra tipologia di varianti legate ad un altro aspetto negativo per noi. Cioè che due varianti, in questo caso la Omicron 1 e 2, contagino lo stesso soggetto contemporaneamente e poi si crei come un mix o un cocktail che praticamente è una chimera che contiene pezzi di uno e dell’altro.
Xe su cui abbiamo più informazioni è sostanzialmente una variante che ancora più contagiosa della contagiosissima Omicron però parrebbe anch’essa diciamo ‘benevola’ come la Omicron. Nel tentativo di alleggerire la comunicazione si è un po’ esagerato a dire che il virus si è raffreddorizzato. Però è oggettivamente vero, insieme al fatto che non vediamo meno effetti pesanti con la vaccinazione”.
Pregliasco: “I guariti dal Covid non sono protetti per la vita”
“Un’altra caratteristica di questo virus, oltre che essere così ondivago nelle sue caratteristiche, è che non dà nemmeno ai guariti una protezione per la vita, rispetto agli altri coronavirus. Ad esempio il morbillo lo si subisce una sola volta, poi si rimane protetti. Questo virus variando confonde il sistema immunitario e stiamo già vedendo persone che si sono infettate nella prima ondato o addirittura con la Delta durante la quarta e ultima ondata, e di nuovo anche con l’Omicron. Questo virus purtroppo ci terrà compagnia ancora a lungo. Speriamo in modo un po’ meno pesante nel futuro anche se bisogna sempre mantenere la sorveglianza e questa grande buona capacità che abbiamo avuto di individuare queste varianti è utile. Perché in Italia purtroppo non si fa quel sequenziamento” ha aggiunto il direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi.
Oltre alla nuova variante Pregliasco analizza i casi di Long Covid e Post-Covid
“Si tratta di un’ulteriore fregatura. Perché sostanzialmente si vedono due aspetti. Un aspetto del Long Covid: un effetto prolungato del virus oltre alla fase più acuta, più fastidiosa e a rischio vita che coinvolge il polmone e che poi va a scemare nell’arco di quattro-dodici settimane. Il Post-Covid invece è un qualcosa che rimane come esperienza ed estimate di quello che è successo soprattutto se ci sono stati problemi a livello respiratorio ma non solo. Questo virus vediamo che infastidisce altri apparati e organi. Ci sono elementi che evidenziano un aumento del 40% di rischio diabete, un aumento del rischio del 25% di danni cardiaci. Il virus quindi non va solo nel polmone.
Il polmone nella fase acuta può determinare gli effetti brutali della polmonite interstiziale però ce ne eravamo accorti sin dall’inizio che, in particolare le prime varianti, determinavano effetti anche a livello neurologico. Quella ‘nebbia’, quella riduzione della concentrazione. Quindi un virus veramente carogna per dirlo dal punto di vista dei potenziali effetti. La gran parte delle persone se la sfanga però un 5-10% ha questi effetti anche se giovane. Non è solo il problema della mortalità più probabile nell’anziano per la fase acuta ma strascichi anche per i giovani“.
Covid, oltre 2 milioni i non vaccinati
“I non vaccinati sono un piccolo zoccolo duro, perché grossa parte degli italiani si è comunque vaccinata. Ma c’è il discorso generale rispetto alla prudenza a mio avviso che si deve attuare. Un esempio: quando ci facciamo la doccia al mattino e apriamo il rubinetto dell’acqua calda non lo facciamo fino in fondo, di botto. Lo apriamo con gradualità sapendo anche che magari abbiamo un po’ esagerato nell’acqua calda e allora lo regoliamo una minore quantità di calore.
La metafora è riferita a questa necessità di prudenza a fronte di una continua diffusione del virus, anzi in questo momento una quarta ondata che sembrava andare a scemare invece grazie a Omicron e alle aperture che dobbiamo e vogliamo avere. Ed è giusto aver finito l’emergenza come tale ma dobbiamo affrontare questa convivenza con il virus con gli strumenti ordinari. Quindi andiamo sostanzialmente con prudenza e valutiamo andranno le cose. Nella speranza che la previsione più benevolo ma che comunque la sparizione del virus farà si che questo virus resterà con onde susseguenti, come un sasso in uno stagno che non nell’immediato ma soprattutto nei mesi invernali dei prossimi anni, continueranno a infastidirci.
La speranza è che non ci sia una nuova variante carogna. Normalmente i virus fanno quello che stiamo vedendo già di questo coronavirus cioè le Omicron sono rispetto alle Delfa oggettivamente un po’ meno cattive. Più contagiose ed è un vantaggio per questo virus ed è anche un vantaggio per noi. La speranza è che nel medio periodo la gran parte degli italiani sarà in qualche modo guarito, vaccinato e purtroppo in qualche caso comunque reinfettato però protetto per un po’. La fregatura è che non possiamo aspettarci una protezione per la vita” ha concluso Pregliasco facendo il punto sul Covid e la nuova variante.
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