Tra gli amanti dei manga la morte di Motoo Abiko è davvero una brutta notizia. Lo storico mangaka è stato trovato morto nella sua casa a Kawasaki alla veneranda età di 88 anni. L’artista è passato alla storia dell’animazione giapponese tra gli anni settanta e ottanta per aver realizzato, in assoluta solitudine, titoli di successo come “Carletto, principe dei mostri” e “Nino il mio amica ninja”. All’interno del duo Fujiko Fujio, poi, ha dato vita a uno dei personaggi simbolo della cultura giapponese, “Doraemon“. Con Abiko se ne va un modo romantico di intrattenere i giovani con un tratto semplice ma mai sciatto che di certo molto hanno studiato anche in realtà come la Scuola Romana del Fumetto.

Chi era Motoo Abiko

Nato nel 1934, Motoo Abiko conosce il suo futuro partner artistico (al secolo Hiroshi Fujimoto) già all’epoca delle scuole elementari. Dopo la prima opera a quattro mani “Utopia, saigo no sekai taisen: tenshi no tama-chan”, targata 1952, i due si trasferiscono a Tokyo, iniziando la loro carriera nel mondo del manga, ed entrando nel collettivo di autori Shin Manga-to (“Nuovo gruppo manga”).

Dalla collaborazione fra i Fujiko Fujio nasce nel 1969 anche “Doraemon”:

“Il famoso gatto robot divenuto importante icona in Giappone, dove riscuote ancora oggi grande successo, protagonista di numerosi film, serie animate, videogiochi e musical.”

La collaborazione fra i due s’interrompe intorno alla metà degli anni Ottanta.

La carriera solista

Dietro al dolore procuratao dalla morte di Motoo Abiko c’è l’aver perso un artista dalla cui mano, in solitaria, sono usciti manga per l’infanzia di successo, tutti lefati ad una tematica ricorrente:

“I suoi protagonisti sono di solito una ragazzino normale affiancato da un’altra figura speciale, che aiuta il primo nella sua vita quotidiana.”

Ecco quindi “Nino il mio amico ninja” apparso dal 1964 al 1968 sulla rivista Weekly Shōnen Sunday di Shogakukan, che ha poi ispirato una serie anime in tv (anche in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta), tre film animati e un lungometraggio live-action nel 2004.

E soprattutto “Il principe dei mostri“, inno all’accettazione della diversità (anche dei i mostri più cattivi) che esordì nel 1965 su Shōnen King di Shōnen Gahōsha e fu pubblicato fino al 1969. Anche questo manga è stato poi trasposto in una serie animata, che è diventata molto popolare in Italia con il titolo “Carletto il principe dei mostri”.

Ecco un video sulla morte di Motoo Abiko: