Giù le mani dalle donne”, si è tenuto oggi nella sede dell’Università Niccolò Cusano il convegno dedicato alla violenza sulle donne. Al suo interno, tra i vari interventi, ci sono stati quelli di due esperti, Valerio de Gioia, Giudice del Tribunale Ordinario di Roma, e l’avv. Elisabetta Aldrovandi, co-fondatrice e Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime e Garante per la tutela delle vittime di reato. 

L’intervento a ‘Giù le mani dalle donne’ del giudice Valerio de Gioia

Il primo a parlare è stato il Giudice Valerio de Gioia, parlando della situazione della vittima all’interno di un processo.

Esistono due grandi categorie di reati che sono lo stalking e i maltrattamenti in famiglia. Ma ce né una, che è la più drammatica, ossia il femminicidio. Spesso dei reati più gravi avvengono perché, in relazione ai reati minori, o mancava la querela oppure, quando sporta, veniva rimessa. Davanti a queste situazioni, quindi, mi sono fatto una domanda, ‘ma perché questa donna non ha denunciato?’ La mancata denuncia era dovuta in primis a eventi di cronaca, che portano in evidenza episodi in cui è stata proprio la denuncia stessa a scatenare la furia omicida. Altra situazione è quella nella quale la vittima veniva trattata come fosse il colpevole, venendo sottoposta a domande che un giudice deve impedire. Per questi motivi si preferisce di non denunciare, per evitare un ulteriore mortificazione.”

Il magistrato de Gioia sul Codice rosso

“La legge ‘Codice Rosso’ ha aumentato la durata pene, ma non ha portato ad una diminuzione dei reati commessi. Quando il criminale decide di commettere questi reati, non fa una valutazione in base alla pena che dovrà poi andare a scontare, sia per un’ignoranza giuridica, ma soprattutto perché non ha un efficacia di prevenzione. L’obiettivo deve essere una sensibilizzazione, in modo tale da capire la gravità del fenomeno e per aiutare quelle persone che non hanno il coraggio di denunciare il fenomeno e soprattutto ad avere delle istituzioni che siano vicine alle vittime e che le tutelino.”

L’intervento dell’avv. Aldrovandi, Garante per la tutela delle vittime di reato della Lombardia

L’avvocato Elisabetta Aldrovandi, invece, soffermata sulle tipologie di reato e sull’importanza della prevenzione e della riabilitazione.

“Se una persona che ha commesso un reato viene abbandonata a se stessa, questa persona, una volta uscita dal carcere, ricomincerà a delinquere. In Italia abbia un tasso di recidiva altissimo, infatti la stragrande maggioranza dei detenuti sono pluripregiudicati, e questo perché manca un sistema nazionale di riabilitazione. La regione Lombardia è stata la prima ad istituire il garante per i diritti delle vittime di reato”

“Per quanto riguarda la legge “Codice Rosso” il suggerimento che ho dato è che, chi viene condannato per tale reato, per poter ottenere la sospensione della pena deve necessariamente sottoporsi ad un percorso riabilitativo. Questo perché la prevenzione, così come la riabilitazione, è fondamentale. La violenza non è solo fisica o psicologica, ma anche economica, impedendo alle persone con cui si sta di lavorare, di avere una propria indipendenza o di poter fare carriera. La violenza economica è una forma molto subdola e sottile che negli ultimi anni si sta iniziando a riconoscere anche dal punto di vista giurisdizionale“.

Ascolta l’intervista rilasciata a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, dall’avvocato Elisabetta Aldrovandi e dall’assistente sociale Giulia Vecchi https://www.radiocusanocampus.it/cerca-podcast/?_sf_s=aldrovandi