“Il Family Act rappresenta un grande passo in avanti a sostegno della famiglia, della genitorialità e delle donne per un miglior inserimento lavorativo. La legge delega, approvata ieri in via definitiva anticipa la direttiva europea sui congedi parentali. L’Italia era rimasta indietro, questo intervento rappresenta un passo nella giusta direzione ma certamente si puo’ fare di piu'”.

Family act, l’intervista a alla senatrice Nunzia Catalfo, ex ministra del lavoro.

Cosi’ ai microfoni di  “Geni di famiglia” condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus la senatrice del M5S Nunzia Catalfo, che da ministra del Lavoro del Governo Conte II ha co-firmato il Family Act.

“Questo provvedimento – ha osservato la coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del M5S – ci consente, una volta approvati i decreti attuativi. Andiamo a colmare quel vuoto normativo che esiste in Italia da tempo, a differenza di altri paesi dell’Ue”.

“L’Italia sconta decenni di politiche mancate per la famiglia – ha sottolineato Catalfo -, alle quali, gia’ nelle leggi di Bilancio 2020 e 2021, abbiamo provato a porre rimedio. Penso al congedo parentale per i padri, che abbiamo elevato da 7 a 10 giorni, oltre alla delega approvata ieri”. “Credo, pero’, che vadano presto fatti ulteriori interventi.  Bisogna elevare almeno al 50%, dall’attuale 30%, la quota di retribuzione prevista per chi usufruisce di congedi parentali facoltativi, come avvenuto con un mio provvedimento durante la pandemia, cosi’ da renderlo strutturale”.

E poi ha aggiunto: “Si dovrebbero introdurre congedi obbligatori uomo-donna, misure di welfare aziendale per le donne che rientrano dalla maternita’ o i voucher di conciliazione lavoro-famiglia per le spese di baby sitting. Questo per contrastare la fuoriuscita della donne dal mercato del lavoro nel primo anno di vita del bambino”. “Bisogna rafforzare gli interventi a favore dell’occupazione delle donne, sulle quali sappiamo benissimo che ancora oggi gravano quasi interamente i compiti di cura della famiglia”, ha concluso l’ex ministra del Lavoro.