Nuove regole Green pass. Con la fine dello stato di emergenza covid, l’Italia è tornata quasi alla normalità. Dal 1 aprile non è più necessario avere il green pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, da parrucchieri e barbieri, nelle banche e alle poste. Stop al Green pass anche per alloggiare in hotel e strutture ricettive, per visitare musei, mostre e biblioteche, per accedere ai parchi divertimento e alle piscine all’aperto, per mangiare nei bar e ristoranti all’aperto. Niente green pass per salire sui mezzi di trasporto pubblico locale (tram, autobus, metro), anche se resta l’obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile. Per tutte queste attività l’accesso è libero. Dove basta il green pass base Per la ristorazione al chiuso, al banco o al tavolo, è sufficiente il pass base . Green pass base anche per salire su aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali (con obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile).

Nuove regole Green pass, il punto di Sileri

Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. Quella del Green pass è stata sicuramente una misura estremamente utile. E’ chiaro che ad un certo punto va archiviato, non possiamo vivere per sempre col green pass. Piano piano stiamo eliminando i paletti esistenti e si arriverà anche all’eliminazione del green pass. Invito però a fare la terza dose indipendentemente dal green pass”.

Vaccinazione

L’avvertimento di Sileri però è quello di proseguire con le vaccinazioni, anche nella fascia pediatrica. “Quello che sta accadendo a Hong Kong non ci deve preoccupare, è legato ad una bassa percentuale di persone vaccinate, prevalentemente anziane -ha affermato Sileri-. Questo può avvenire anche da noi. E’ evidente che dove ci sono meno persone vaccinate in una determinata fascia d’età le persone vadano in ospedale con una polmonite e quindi con un quadro più complicato. Ad Hong Kong sopra gli 80 anni solo il 15% ha fatto la terza dose. E’ per questo che il virus corre di più e infetta di più, cosa che non accade in Italia dove ci siamo largamente vaccinati. Per quanto riguarda i bambini, da medico, se ci fosse un vaccino per la fascia sotto i 5 anni io ai miei figli lo farei. E’ sempre meglio che anche i piccoli non si prendano il virus. Esiste un long covid pediatrico, purtroppo ci sono stati bambini in terapia intensiva e anche dei decessi in quella fascia d’età. E’ chiaro che sono numeri esigui, però un bambino morto è sempre un bambino morto. Per la fascia pediatrica per cui il vaccino esiste l’invito è di vaccinarsi perché questo virus continuerà a circolare ed entrerà di diritto nei virus che ogni anno possono creare problemi, sperando sempre meno gravi”.