Sasha, il bambino di 4 anni scomparso a metà marzo, è stato ritrovato morto.
La madre, Anna Yahno, lo ha scritto su Instagram: “Oggi abbiamo trovato il corpo di Sashenka. Ringrazio chi ha aiutato nella ricerca, ringrazio tutti per le preghiere e la fede, grazie per il sostegno. Sashenka, il nostro angioletto è già in cielo. Oggi la sua anima ha trovato pace”.
Il 10 marzo, quando è stato smarrito, era in compagnia della nonna, anch’essa rintracciata e deceduta, nel distretto di Vyshhorod, nella regione di Kiev, all’inizio dei bombardamenti dell’esercito russo. Da quel momento, per diverse settime, grazie all’appello diffuso dalla madre, una vera e propria mobilitazione è stata effettuata per cercare il piccolo, anche da celebrità ucraine.
Il fatto è accaduto su una barca, durante l’evacuazione attraverso il fiume Dnipro. Era in fuga, insieme ad altre sei persone e due cani. Una delle imbarcazioni non ha raggiunto il fiume e Sasha era su una di quelle; le persone sono rimaste bloccate a causa dei ponti bombardati e delle strade bloccate dalle truppe.
L’Associazione Cittadini del Mondo Odv di Cagliari è stata la prima ad inviare l’appello per la scomparsa di Sasha, per avviare le ricerche anche in Italia. Si sperava, infatti, che il piccolo fosse riuscito ad attraversare il fiume Dnepr e fosse stato messo in salvo fuori dal Paese. Purtroppo la tragedia, invece, si è consumata.
Ed entriamo nel quarantaduesimo giorno di guerra fra Russia e Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin, durante un colloquio con il premier ungherese Orban, ha respinto le accusa a Mosca sui crimini di guerra a Bucha parlando di “provocazioni rozze e ciniche” da parte dell’Ucraina. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha lanciato un monito: “Dobbiamo essere pronti a un lungo confronto con la Russia”.
Secondo l’Onu, inoltre, dall’inizio del conflitto sono almeno 1.563 le vittime civili, tra cui 130 bambini.