Il consenso dei russi per Vladimir Putin, secondo le statistiche, ha raggiunto un picco dell’83% dopo l’inizio della guerra in Ucraina, rispetto al 71% di febbraio, raggiungendo i massimi livelli degli ultimi anni.
Lo certifica un sondaggio, da poco pubblicato, dell’istituto di ricerche indipendente Levada center, ultimo istituto demoscopico indipendente in Russia, inserito dal governo tra gli “agenti stranieri” già dal 2016.
Cresce il sostegno alla guerra in Ucraina
Oltre all’83% della popolazione che sostiene Putin, i dati raccontano che c’è anche un 53% che sostiene “decisamente” la guerra in Ucraina; per il 43% degli intervistati la guerra serve a “proteggere i russi delle repubbliche autonome”, mentre per il 25% si tratta di una “guerra di difesa” e per il 21% “combatte il nazionalismo”.
Alexey Levinson, direttore del dipartimento socioculturale del Levada Center, ha spiegato la situazione in un’intervista al Corriere della Sera. “Sempre più gente sostiene l’offensiva in Ucraina. La percentuale di quanti credono che il Paese stia andando verso la giusta direzione è aumentata notevolmente”. Levinson ha spiegato che i sondaggisti non possono usare la parola “guerra”, vietata per legge, “ma i russi sanno ormai benissimo che se ne combatte una”.
Il consenso per Putin è destinato a crescere
Secondo Levinson, inoltre, il consenso per Putin è destinato a crescere ancora, stando a quanto dicono gli indicatori”. “Quando ci sono pressioni governative sulle opinioni, come oggi in Russia, aumentano le risposte ‘non sa, non risponde’, che in genere significa ‘risponderei, ma ho paura’. In questo caso no. Molte persone sembrano aver aderito convintamente alla versione diffusa dalla propaganda, e rispondono orgogliose a favore della ‘operazione militare’”, ha spiegato il direttore del centro.