Giovedì 7 Aprile 2022 si terrà presso l’Università degli studi Niccolò Cusano la seconda edizione del convegno “Giù le mani dalle donne” realizzato con il patrocinio dell’A.N.P.P.E (Associazione nazionale di polizia penitenziaria) e dal S.A.P. ( Sindacato Autonomo di polizia).
Tale evento sarà essenziale affinché si realizzi un confronto costruttivo fra le più alte professionalità che operano quotidianamente per combattere la violenza di genere.
“Giù le mani dalle donne”
È importante, infatti, comprendere quanto il solo Codice Rosso non sia esaustivo, o comunque non abbia predisposto degli strumenti che permettano agli operatori di polizia nonché alle ASL di operare concretamente con la presa in carico degli individui e la relativa tutela.
Nel corso degli ultimi anni si è dato principio alla transizione culturale volta al contrasto alla violenza di genere. A tal proposito si dovrebbe riflettere che tale lotta non è solo una questione di civiltà o di tutela dei diritti umani bensì si tratta di sradicare una concezione retrograda della figura della donna frequentemente sottovaluta o comunque subordinata all’uomo.
Quanto sopra è stato spesso sottolineato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in quanto inficia sul benessere psicofisico non solo delle donne quanto dell’intera società.
È giunto il momento di porre fine al negazionismo istituzionale e sociale che ha contraddistinto lo sviluppo di questo fenomeno.
La violenza di genere non può essere trattata come un evento privato; dev’essere qualificata come un reato contro la persona non più come un solo problema domestico.
Essere donna non può essere un problema, non si può nascere discriminate.
Scriveva Alda Merini: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne”.
Codice Rosso: l’impatto della violenza di genere sul capitale umano
La statistica ci è d’ausilio per conoscere e toccare con mano quanto sia grave l’impatto sociale che ha la violenza di genere sulla società moderna: soltanto in Italia lo scorso anno sono stati 103 i femminicidi perlopiù intrafamiliari o compiuti in virtù di legami affettivi, e 15591 le denunce di stalking, un numero poco attendibile, condizionato dalla paura delle vittime nei confronti dell’aggressore e di eventuali reiterazioni. Bisogna partire dal presupposto che allontanare la vittima dal proprio contesto di appartenenza, o “nasconderla” in un luogo protetto, non significa tutelarla bensì umiliarla ulteriormente poiché è lei e non il suo carnefice a subire una limitazione coatta della propria libertà.
Tale dato fornito dall’ISTAT seppure del 2014 rappresenta chiaramente il fenomeno in questione:
“Donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito nel corso della vita violenza fisica o sessuale da un uomo per tipo di autore, tipo di violenza subita e cittadinanza. (per 100 donne con le stesse caratteristiche)”
TIPO DI VIOLENZA | Partner attuale o ex (a) | Non partner (b) | Totale (b) | ||||||
Italiane | Straniere | Totale | Italiane | Straniere | Totale | Italiane | Straniere | Totale | |
Violenza fisica o sessuale | 12,9 | 20,4 | 13,6 | 25,3 | 18,2 | 24,7 | 31,5 | 31,3 | 31,5 |
Violenza fisica | 11,0 | 18,2 | 11,6 | 12,3 | 12,6 | 12,4 | 19,6 | 25,7 | 20,2 |
Violenza sessuale | 5,5 | 9,1 | 5,8 | 18,3 | 9,7 | 17,5 | 21,5 | 16,2 | 21,0 |
Stupro o tentato stupro | 2,2 | 4,2 | 2,4 | 3,3 | 4,6 | 3,4 | 5,1 | 7,7 | 5,4 |
Stupro | 1,8 | 3,8 | 2,0 | 1,1 | 2,0 | 1,2 | 2,8 | 5,3 | 3,0 |
Tentato stupro | 1,0 | 2,1 | 1,1 | 2,5 | 2,9 | 2,5 | 3,3 | 4,6 | 3,5 |
(a) per 100 donne con partner attuale o precedente | |||||||||
(b) per 100 donne dai 16 ai 70 anni |
Sarebbe opportuno valutare un emendamento dell’art. 83 del decreto legge n. 6 del 1982, che consentisse di rivedere i termini adottati nella valutazione della pericolosità dell’aggressore e, dunque, garantisse una maggiore tutela della donna mediante strumenti concreti nelle mani degli agenti di pubblica sicurezza.
Lo stesso On. Gianni Tonelli ha ribadito: “Non è sufficiente l’apparato normativo poiché è necessario che questo venga integrato da concreti strumenti operativi”. È utile analizzare quanto abbia influito negli ultimi dieci anni la spending review che non ha permesso di investire concretamente sulle risorse umane, dunque sull’assunzione di operatori che concretamente avrebbero potuto contrastare la commissione di reati compresi quelli contemplati dalla normativa che disciplina il Codice Rosso. In più occasioni gli stessi operatori di polizia hanno manifestato il disagio derivante dalla carenza di personale che non permette di assicurare l’incolumità e la pubblica sicurezza sul territorio italiano. L’esperienza acquisita dall’avv. Elisabetta Aldrovandi in qualità di Garante regionale per la tutela vittime di reato (Lombardia) le ha permesso di dichiarare: “Essere dalla parte delle vittime è scomodo perché è più facile giustificare chi commette reati, talvolta gravi, rispetto a dare una giusta giustizia alle vittime”. Difendere chi ha subito delle violenze di genere significa dare ascolto alle singole esperienze e da lì sviluppare delle norme giuridiche in grado di contrastare il fenomeno.
Fortunatamente le donne hanno preso consapevolezza che non debbono più essere loro a vergognarsi ma i loro aggressori.
Riconoscere di aver subito la violenza è il primo passo per combatterla perché rappresenta l’inizio della tutela della propria persona.
Il convegno che si realizzerà domani in Ateneo sarà una concreta occasione di riflessione fra professionalità che giornalmente operano al servizio della società. Tale confronto è volto alla predisposizione di emendamenti o azioni concrete per far sì che gli sforzi realizzati per la redazione del Codice Rosso non siano vani.
A tal proposito si ringrazia il direttore scientifico Prof. Avv. Filippo Giunchedi, nonché i relatori che prenderanno parte alla discussione attiva.
Si specifica che parte del convegno verrà trasmessa sul canale Cusano Italia Tv 264 del digitale terrestre. La versione integrale, invece, sarà disponibile al seguente link: https://servizi.unicusano.it//bbb-conference/?module=room&meetingID=convegno07042022&attendee=true tramite il quale per chi lo vorrà, sarà possibile partecipare attivamente.
In ultimo si indica che l’Ordine degli avvocati di Roma ha riconosciuto per i suoi iscritti che parteciperanno al convegno 2 crediti formativi ordinari.
Dott. Alessio Vecchi