La Lega Volley Femminile va in Ucraina per portare aiuti umanitari ai profughi. Tanto affetto e solidarietà

La carovana di nove pullmini, partita da Gemona del Friuli, è riuscita nel suo obiettivo. Fornire un aiuto concreto alla popolazione ucraina nel pieno dell’emergenza legata alla guerra. I van hanno raggiunto Rzeszow in Polonia e consegnato più di 100 scatoloni. All’interno apparecchi medicali, generi di prima necessità, viveri e medicinali, destinati al supporto dei profughi ucraini presenti nel Paese. La spedizione si è poi diretta verso l’hub di Medyka, al confine tra Ucraina e Polonia, per consegnare la parte di viveri. Una zona franca tra i due Paesi e offrire trasporto a 56 persone, tra cui 30 giovani pallavoliste ucraine, che hanno già trovato accoglienza presso il Centro Federale Pavesi a Milano.

Il viaggio è stato reso possibile grazie a numerose realtà. Dalle consorziate Brescia, Casalmaggiore, Roma, Sant’Elia, Sassuolo, Scandicci e Talmassons, che hanno messo a disposizione i van e gli autisti, contribuito alla raccolta di generi di conforto e soprattutto trovato una sistemazione per le persone arrivate in Italia. Fino alle associazioni Ucraina Più-Milano e Italia-Ucraina Maidan, le società Emilya Rugby, Volley Friends Roma e Geetit Pallavolo Bologna. E poi ancora il partner assicurativo Anthea, Eugenio Gollini di Fipav Modena, Francesco Di Donato di BitPurple, il sindaco Bussola e il parroco di Ballabio e infine lo staff della Lega Pallavolo Serie A Femminile.

A parlare il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris.

 “È stato uno straordinario percorso di solidarietà. Un vero aiuto concreto, tangibile, per le persone che soffrono gli orrori della guerra. Ringrazio tutti i partecipanti e chi ha reso possibile questa spedizione, che dimostra la bontà e la profondità dei valori del nostro movimento. Benvenuti in Italia ai piccoli, alle loro madri, alle giovani promesse della pallavolo ucraine. A loro non faremo mancare il nostro sostegno e il nostro affetto per tutto il tempo necessario. Speriamo che essi possano ritornare alle loro case e ai loro cari”.

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