Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha usato parole durissime nell’intervento al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il leader ucraino ha contestato all’organizzazione internazionale un’azione considerata troppo morbida. A sostegno della propria tesi, Zelensky ha mostrato un documento video in cui si vedono le devastazioni subite da tantissime città ucraine, da Irpin fino a Bucha.
“La Russia sta cercando di coprire i crimini di guerra dei suoi soldati, la Russia vuole uccidere più civili possibile, vuole ridurci in schiavitù. Dove sono le garanzie che deve dare l’ONU? Dov’è la pace che il Consiglio di sicurezza deve costruire?“
All’ONU un durissimo intervento, il presidente ucraino @ZelenskyyUa che ha chiesto una “seconda Norimberga” per la Russia. #UkraineRussiaWar @UN #Ukraine️ pic.twitter.com/ijtPuOfhkA
— Tg1 (@Tg1Rai) April 5, 2022
I passaggi salienti dell’intervento di Zelensky all’ONU
L’intervento di Zelensky all’ONU ha poi toccato altri passaggi salienti, mostrando tutta la rabbia e la ferocia del leader ucraino. Tanti i riferimenti lessicali diretti che rimandano al periodo bellico dello scorso secolo.
“Il proposito di questa organizzazione è garantire la pace, la Russia porta avanti azioni terroristiche e sta commettendo i peggiori crimini di guerra. I militari russi e i loro comandanti devono essere processati per crimini di guerra. Centinaia di migliaia di ucraini sono stati deportati in Russia. Serve un tribunale sul modello di Norimberga per processare la Russia per i suoi crimini di guerra in Ucraina. Altrimenti potete anche chiudere“.
“In molti villaggi dei distretti liberati di Kiev, Chernihiv e Sumy, gli occupanti hanno fatto cose che la gente del posto non ha visto nemmeno durante l’occupazione nazista 80 anni fa“.
Il numero ucraino nel suo videomessaggio ha allargato l’orizzonte, auspicandosi che si arrivi a una riforma dell’Organizzazione stessa. Soprattutto ha ammonito che la Russia ne venga rimossa, affinché non possa più esercitare il diritto di veto sulle risoluzioni che condannano le sue aggressioni.
Il paragone di Mariupol con il “Guernica” di Picasso
Tra i molteplici richiami del passato spicca anche il paragone tra la città di Mariupol, assediata e distrutta dai russi, con il celebre quadro “Guernica” di Pablo Picasso. L’occasione è stato l’intervento sempre in videoconferenza con il Parlamento spagnolo.
“Siamo nell’aprile 2022, ma sembrerebbe di essere nell’aprile 1937, quando il mondo ha saputo quello che era successo in una delle vostre città, Guernica. La Russia non cerca la pace seriamente, e la cosa peggiore è che non sappiamo quanto potrà durare questa guerra“.