“L’Italia ha assunto una decisione analoga a quella assunta da altri Paesi europei come Germania, Francia, Danimarca. Ed è una misura sanzionatoria di fatto nei confronti di un Paese che sta aggredendo in modo brutale e efferato l’Ucraina. Un’aggressione che non ha nessuna giustificazione e che sta dando luogo ad una delle più crudeli aggressioni che si siano mai viste” così l’on. Piero Fassino (PD) commentando l’espulsione dei 30 diplomatici russi al Tg Plus di Cusano Italia TV condotto da Aurora Vena.
Ucraina, Fassino (PD): “Giusta la reazione dell’Europa”
“Se solo abbiamo presente le immagini drammatica che da 48 ore ci vengono trasmesse dei massacri compiuti dai soldati russi nelle città ucraine, io credo che la reazione dell’Europa e del mondo occidentale sia giusta” continua Fassino. “Non solo giusta ma giustificata da quello che stiamo vedendo in Ucraina e quello cui siamo di fronte. A me pare assai sconcertante e curioso che le autorità russe anziché spiegare cosa è successo nelle città ucraina, anziché prendersi la responsabilità del massacro che le loro truppe hanno compiuto, anziché chiedere scusa delle efferatezze che i soldati russi hanno compiuto, si permettono anche di dire che ci saranno ritorsioni”.
“Francamente siamo in una condizione assurda. Un Paese che dovrebbe spiegare al mondo perché ha montato questa guerra ingiustificata, immotivata, priva di qualsiasi ragione e per di più condotta con la brutalità e l’efferatezza di cui siamo venuti a conoscenza, un Paese di questo genere dovrebbe intanto assumersi la responsabilità dei misfatti dei suoi soldati. Quella della messa in scena è ancora più grave. Perché come tutti sappiamo in Ucraina ci sono molti reporter, molti giornalisti occidentali e non occidentali che sono testimoni quotidianamente di quello che lì accade. Quindi l’idea che ci sia qualcuno che si sia messo a costruire una scenografia come se fosse una fiction televisiva con dei morti falsi è un’altra idea incredibile e aggrava ancora di più le responsabilità della leadership russa”.
Sull’intervento di Zelensky al Consiglio di Sicurezza dell’Onu
“Zelensky – ha aggiunto il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera – ha messo il dito nella piaga ma il problema come è noto persisteva al conflitto ucraino. È un tema che ha una spiegazione semplice ma non è semplice risolvere. Le Nazioni Unite sono l’assemblea di tutti i 185 Stati di questo pianeta. Tant’è vero che il nome originale era Società delle Nazioni. Quindi i soci dell’Onu sono gli Stati Nazionali. L’Onu fa o non fa a seconda se i suoi soci, se gli Stati nazionali, gli conferiscono poteri, risorse, strumenti”.
“In particolare le decisioni più rilevanti delle Nazioni Unite sono assunte dal Consiglio di Sicurezza dove siedono alcuni Paesi, tra cui la Russia, che hanno un diritto di veto. Questo rende molto complesso, molto difficile all’Onu di agire perché il Segretario Generale dell’Onu non agisce secondo quello che decide lui. Il Segretario Generale dell’Onu è l’esecutore di quello che il Consiglio di Sicurezza lo autorizza a fare. Se il Consiglio di Sicurezza, dove siedono i rappresentati degli Stati nazionali, non lo autorizza a fare delle cose, l’Onu non lo può fare. Io dico sempre che la fragilità delle istituzioni sovranazionali, a partire dall’Onu, è la gelosia delle nazioni. Sono le nazioni i soci di queste istituzioni quindi sono le nazioni che devono decidere di dare alle Nazioni Unite i poteri, le risorse, gli strumenti per intervenire efficacemente. Se non lo fanno è chiaro che l’Onu è paralizzato”.
Sull’aumento delle spese militari e l’ipotesi di un esercito europeo
“Oggi la sicurezza dell’Europa è assicurata dalla Nato e i costi della Nato sono per l’80% sostenuti dagli Stati Uniti” spiega Fassino. “Lo dico perché ogni qualvolta che compare la parola Nato, c’è tutto un pezzo di società italiana e europea che storce il naso. Bisogna sapere che gli americani finanziano per l’80% l’istituzione che garantisce la sicurezza nostra. La crisi russo-ucraina ha ulteriormente reso evidente che l’Europa, se vuole avere voce in capitolo, al tema della sicurezza deve essere capace di provvedere per non farsi proteggere solo da altri“.
“Quindi se tu vuoi costruire un sistema di sicurezze europeo complementare alla Nato, non alternativo ma che ha una sua identità, devi mettere in campo risorse e scelte operative e organizzative conseguenti. Nella sicurezza non si fanno le nozze con i fichi secchi. Vogliamo avere un sistema della sicurezza europeo? E allora devi metterci le risorse necessarie. Riteniamo di non poter spendere neanche un euro in più di quello che spendiamo? E allora continuiamo a farci garantire dalla Nato ma poi non prendiamocela con la Nato per come agisce”.
Sulle armi che l’Italia ha mandato all’Ucraina e sul ruolo di Roma nelle trattative di pace
“Su cosa abbiamo fornito agli ucraini – ha chiarito il deputato dem – la qualità e il livello di tecnologia non mi pronuncio perché è una cosa di competenza del Ministero della Difesa e sanno i nostri vertici militari. Sono loro che devono dire se quello che abbiamo fatto è adeguato. Intendiamoci bene: se noi diciamo che bisogna far tacere le armi per cercare una soluzione politica, guardate che la possibilità di far tacere le armi per passare ad un negoziato e ad una soluzione politica è affidata alla capacità dell’Ucraina di resistere“.
“Perché se Putin avesse veramente preso l’Ucraina in tre giorni non ci sarebbe nessun negoziato, nessuna trattativa. Avremmo un Paese occupato dalla Russia e annesso alla Russia. C’è un legame tra sostenere l’Ucraina nel resistere e la possibilità di far tacere le armi e aprire finalmente la strada ad un negoziato. Perché quanto più l’Ucraina resiste, tanto più risulta chiaro che la soluzione militare perseguita da Putin è in perdita. Quindi c’è un legame tra le due cose”.
“Quanto poi al fatto che l’Italia possa assolvere un ruolo importante, Zelensky ha avanzato una proposta. Ha detto che è pronto a dichiarare la neutralità dell’Ucraina, perché così i russi potranno dire di non essere spaventati. Però nel momento in cui ho un vicino che mi ha appena aggredito, io vorrei che la mia neutralità fosse garantita da qualcuno: avere un ombrello di sicurezza sulla mia neutralità. E hanno avanzato questa proposta, il cosiddetto modello 24. E cioè che si costituisca un gruppo di paesi tra cui l’Italia in grado di intervenire nelle prime 24 ore qualora succedesse una crisi per immediatamente bloccarla“.
“Credo che sia una proposta intelligente, così come intelligente è aver dichiarato neutralità e al tempo stesso aver chiesto l’adesione all’Unione Europea. Mi dichiaro neutrale ma affido all’Ue di garantire la sicurezza della mia neutralità. Io credo che l’Italia possa corrispondere, come ha già fatto nelle parole di Draghi e Di Maio, questa richiesta. Credo che noi siamo in grado di poter contribuire, qualora si arrivi a quella soluzione, percorsi di stabilizzazione e pacificazione della regione”.
Sulla durata conflitto in Ucraina
“Non so quando terminerà il conflitto. Putin ha indicato la data del 9 maggio perché è una data simbolica in Russia. È la data della vittoria delle potenze alleate sul nazismo e in Russia in particolare è celebrata nella vittoria della grande guerra patriottica contro l’occupazione nazista. Quello che so è che il tentativo di condurre una guerra lampo e di vincere questa guerra in pochi giorni è fallito. Ed è fallito grazie alla resistenza ucraina e grazie ai sostegni che i Paesi occidentali hanno dato all’Ucraina, compresi i sostegni in strumenti militari adeguati a fronteggiare l’invasione. In questo momento assistiamo a un ripiegamento dei russi”.
“Si vede, e credo con un obiettivo molto preciso, quello di concentrare sul Donbass e sulla costa sul Mar Nero per cercare di occupare quel territorio stabilmente e di produrre quello che in qualche modo è già accaduto, seppure in Paesi più piccoli. In Georgia, dove i miliziani russi sostenuti da Mosca controllano due regioni, e in Moldavia dove i miliziani separatisti russi sostenuti da Mosca occupano la Transnistria. L’ipotesi che mi sembra andare avanti è che fallita la guerra lampo. Mosca ha archiviato l’obiettivo di occupare l’intera Ucraina e a questo punto si riposiziona per cercare di conquistare la parte orientale. Vedremo quale sarà lo sviluppo di questa strategia perché non credo certo che gli ucraini concederanno questo spazio. Contrasteranno anche questo e questo vuol dire che la guerra in Ucraina rischia di essere ancora lunga” ha concluso l’on. Piero Fassino.
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