La scuola ritorna a fare le gite. Con la fine dello stato di emergenza, infatti, ritornano i tanto richiesti viaggi. Una notizia che è stata accolta con grande entusiasmo dagli studenti, vogliosi di tornare a viaggiare dopo due anni di stop. Secondo un sondaggio fatto da Skuola.net, ben 9 studenti su 10, su un campione di circa 5000 ragazzi, non vedono l’ora di partire entro la fine dell’anno scolastico.

La scuola non si è fermata

In realtà, però, gli studenti non sono rimasti “fermi”. 1 su 4 ha dichiarato che, già dall’inizio dell’anno scolastico, il proprio istituto ha organizzato delle attività al di fuori del complesso. Attività che, viste le normative stringenti, sono state di una sola giornata, nel 68% dei casi, o al massimo di una notte fuori, nel 16% dei casi. Gite che si sviluppavano principalmente nella propria regione di residenza o in una limitrofa. Le norme anti covid, infatti, prevedevano che gli spostamenti avvenissero solamente tra regioni bianche, oltre alla richiesta del green pass per utilizzare mezzi di trasporto o per entrare nei musei.

Non tutti, però, sono pronti a ripartire nell’immediato. Per il 36% degli intervistati lo spettro del Covid incombe ancora, tanto da portare alla cancellazione dei viaggi. Ma il quadro è molto più articolato e richiama in ballo dinamiche che fanno parte della storia dei viaggi d’istruzione: in oltre 1 caso su 5 alla base ci sono motivi disciplinari oppure sono i docenti che, come spesso accade, per evitare problemi non se la sentono di accompagnare le classi.

Il numero minimo di studenti che dovranno partecipare alla gita è del 90%. Cifra che, secondo gli intervistati, verrà raggiunta nel 78% dei casi. Ma c’è anche chi, per scelta propria, non ci sarà (10%). Quello che fa specie è il 25% di loro non aderiranno al viaggio d’istruzione di classe perché non vogliono condividere altro tempo con i propri compagni di classe.