“Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo adesso possono assicurarci un futuro vivibile. Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per ridurre il riscaldamento globale”.
È questo il passaggio chiave del terzo e ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il foro scientifico dell’Onu sul clima, dedicato questa volta alla mitigazione del cambiamento climatico.
Clima: obiettivo tagliare le emissioni del 43% entro il 2030
Il report avverte che nel 2010 “la media globale annuale delle emissioni di gas serra ha toccato i livelli più alti della storia umana”, ma poi il trend è migliorato, con “un tasso di crescita delle emissioni tra il 2010 e il 2019 che è stato inferiore a quello del decennio precedente”. Uno spiraglio che spinge il team di scienziati dell’Ipcc a pronosticare che è “possibile dimezzare le emissioni entro il 2030”.
Per limitare il riscaldamento a circa 1,5°C occorre infatti che le emissioni si riducano del 43% entro il 2030. Allo stesso tempo anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo, e bisogna raggiungere emissioni nette pari a zero. La ricetta per diminuire le emissioni è una sostanziale riduzione dell’uso di combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica e l’uso di combustibili alternativi, come l’idrogeno.
La guerra e il rischio dell’energia fossile
Il momento attuale però è molto delicato, dato che molti Paesi, tra cui l’Ue, stanno riconsiderando le loro politiche energetiche a causa della guerra tra Russia e Ucraina. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato l’allarme, denunciando “le bugie” e “la follia morale ed economica” dei Paesi che “continuano ad investire nei combustibili fossili”.
Dal punto di vista economico, secondo gli esperti dell’ Onu ci sono sufficienti capitali e liquidità a livello mondiale per colmare i vuoti di investimento utili contro il riscaldamento globale, anche se i flussi finanziari sono da 3,6 volte inferiori ai livelli necessari entro il 2030.