Una coccarda gialla come segno distintivo di un malumore diffuso. Un tocco di colore su sfondo bianco anzi su 500 sfondi bianchi. Sono i camici dei medici che lo scorso 26 marzo si sono radunati in piazza duca d’Aosta a Milano, davanti alla Stazione Centrale, e da lì sono partiti in corteo fino al Pirellone, sede del Consiglio regionale lombardo e della commissione regionale Sanità, dove hanno acceso un paio di fumogeni gialli a chiudere la protesta.
La protesta dei camici bianchi a Milano
La manifestazione è iniziata con un minuto di raccoglimento in memoria dei camici bianchi che hanno perso la vita durante la pandemia ed è stata promossa delle Coccarde gialle. Un movimento spontaneo non di natura sindacale che ha come obiettivo una riorganizzazione della medicina territoriale.
I sanitari sono scesi in piazza per rivendicare una maggiore attenzione sul tema della carenza di medici di base nella regione Lombardia. Un problema attuale e destinato a diventare sempre più imponente nei prossimi anni a causa dei progressivi pensionamenti di buona parte dei dottori oggi in servizio. Secondo i calcoli del movimento, nei prossimi 5 anni il 40% dei cittadini sarà senza medico di fiducia.
“Stiamo perdendo la sanità pubblica. Lasciateci curare i pazienti senza subissarci di compiti amministrativi” è l’accorato appello di una dottoressa che ha partecipato alla protesta. Sulla pagina facebook delle Coccarde gialle è stato diramato inoltre un invito dei medici verso i propri pazienti affinché li affianchino in questa battaglia. Perché il Sistema Sanitario Nazionale è una catena che, per funzionare, abbisogna della robustezza di tutti gli anelli.
Leggi anche: Medici di base, secondo giorno di sciopero: Disagi e ambulatori chiusi