È stato aggiornato al prossimo 21 giugno il processo a carico di Patrick Zaki. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna vede dunque sfumare anche la quinta udienza, svoltasi a questa mattina a Mansura. A rivelarlo è la sorella di Patrick all’uscita del Palazzo di Giustizia nella città natale del 30enne.

Processo a carico di Patrick Zaki rinviato a giugno

Fonti giudiziarie egiziane prevedevano che l’udienza odierna di Patrick Zaki non sarebbe giunta a una sentenza ma solo a un “lungo” aggiornamento. Un rinvio che rende l’esito del processo a carico delle studente bolognese molto incerto, al punto che l’avvocato di Patrick Hoda Nasrallah ha smesso di formulare previsioni.

L’attivista è attualmente libero dopo la scarcerazione avvenuta l’8 dicembre, al termine di quasi due anni di custodia cautelare, ma non può tornare in Italia. A suo carico pesa l’accusa di diffusione di fake news ai danni dell’Egitto. Zaki, poco prima di entrare in tribunale, aveva fatto sapere di aver subìto un attacco informatico, ma continua a pensare positivo.

Sono sempre un po’ ottimista. Spero di tornare in Italia il prima possibile“.

Il capitolo verbali e il commento di Amnesty

A rendere ulteriormente oscura la vicenda c’è anche la questione dei verbali sequestrati. Una fonte egiziana aveva anche fatto sapere che le carte richieste dagli avvocati per dimostrare l’irregolarità dell’arresto del febbraio 2020 non sono state ancora concesse dal giudice. Lo stesso varrebbe per vecchi atti processuali e per un testimone di cui è stata chiesta l’acquisizione o la comparizione.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, alla notizia dell’ennesimo rinvio del processo ha subito twittato:

Patrick ha bisogno da persona innocente quale è, dopo 26 mesi, di tornare alla sua libertà piena, di ricerca, studio, movimento. Non è possibile che vada ancora così a lungo avanti. Si potrebbe chiamare cronaca di un rinvio annunciato. Questo non va bene, Patrick è bloccato nelle maglie di un sistema giudiziario che prima lo ha tenuto per 22 mesi in attesa del processo e ora lo sta trattenendo dentro un processo che non si sa quando finirà”.