Dopo la conferma della condanna per omicidio preterintenzionale si sono costituiti Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Condannati a 12 anni di reclusione i due si sono presentati insieme nel cuore della notte la caserma di Ezio Andolfato di Santa Maria Capua Vetere, dove sono stati poi trasferiti nella struttura penitenziaria dagli ex colleghi.

Come previsto dagli attuali protocolli Covid-19 i due sono ora in isolamento sanitario per cinque giorni, in attesa dell’esito del tampone che, se negativo, darà il via libera al trasferimento in cella. «Sono amareggiato perché non sono l’assassino di Stefano Cucchi, ma rispetto la decisione dei giudici perché sono un carabiniere nell’animo». Così D’Alessandro al suo avvocato prima di costituirsi.

Le parole della sorella di Stefano Cucchi

Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, si è detta esausta alla fine di una vicenda giudiziaria lunga dodici anni. “Non so come mi sento, so solo che è finita. È finita. Andranno finalmente in galera coloro che hanno colpito più e più volte mio fratello infliggendogli sofferenze che poi lo porteranno a morte in totale e obbligata solitudine. Come mi sento? Me lo chiedono tutti, non lo so come mi sento. So solo che ho voglia di piangere liberamente. Mi sento disorientata. Persa in un immane dolore per quanto inflitto alla mia famiglia durante tutti questi anni”.

Anche l’avvocato di Ilaria Cucchi Fabio Anselmo ha parlato con un post su Facebook: ”Questi occhi hanno visto finalmente Giustizia. Stefano Cucchi è stato ucciso dai due carabinieri che lo arrestarono la notte tra il 15 e 16 ottobre 2009. Questa sentenza la dedichiamo ai medici legali Arbarello e Cattaneo che parlarono di caduta probabilmente accidentale e di lesioni lievi. Ora i responsabili dell’omicidio di Stefano saranno incarcerati”.

È stata così finalmente scritta tredici anni dopo la parola fine alla vicenda del geometra romano arrestato per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Pertini di Roma nell’ottobre del 2009.